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Luigi Romolo Carrino – La buona legge di Mariasole

Autore: Cecilia
Testata: Contorni di noir
Data: 25 maggio 2015

Giovanni Farnesini, ucciso sugli scogli di Mergellina per volontà del boss Don Antonio Farnesini, ha violato la legge più importante del giuramento di Acqua Storta: ragionare con il cervello e non con il cuore e ha pagato con la vita la sua omosessualità. Ignorante, sanguinario, ma anche affettuoso, comprensivo, quasi debole, sposato con Mariasole Simonetti la quale, per volere di suo padre Don Pietro Simonetti – detenuto a Poggioreale – ebbe solo sei mesi di tempo per conoscere il suo futuro marito.

Un matrimonio fortemente voluto dalle famiglie per sigillare un accordo per il controllo dello spaccio nell’Agro Nolano. Una guerra durata due anni con i Farnesini da un lato e i Simonetti dall’altro.
Durante il corteo funebre, Mariasole stringe per mano suo figlio Antonio, che a soli sette anni deve scontrarsi con una vita che gli sta ancora troppo stretta.

Con la morte di Giovanni, le famiglie rischiano di riprendere una faida per il controllo del territorio, ma ci pensa Angela Lieto, madre di Antonio, a costringere Mariasole a prendere il posto del marito, così la sua presenza avrebbe convinto la Federazione che gli assetti non sarebbero cambiati e che erano ancora loro a comandare.
Ma questa scelta forzata non è il futuro che la moglie del camorrista avrebbe mai immaginato per lei e suo figlio..

“La vita è una finestra aperta e una botta in testa quando meno te lo aspetti, proprio mentre stai affacciata. Arriva un fatto, un uomo, un pensiero, una cosa o una pallottola che non ti aspetti e te la toglie, la vita, proprio mentre stai affacciata. La vita è soltanto ‘na araputa e ‘na fenestra. Il destino che ti porti dentro è un cancro di cui non sai niente.”

“Il silenzio è l’obbedienza. A un padre. A un marito. E’ l’obbedienza al destino che non ti parla, ma ti avvera come una profezia e ti compie.”

Le donne hanno da sempre avuto un ruolo importante nelle famiglie camorristiche, a differenza della Mafia o della ‘Ndrangheta. Questo è dovuto al fatto che possono succedere, alla morte o all’arresto di un boss, al comando del clan.
Abili e scaltre, hanno il potere di decidere la vita e la morte dei loro concorrenti, gestiscono le attività illegali alla stregua di imprenditrici di grandi aziende.
Conoscono gli affari e li gestiscono al pari degli uomini e sono temibili e feroci in egual misura.

Ne abbiamo tanti di esempi che hanno riempito articoli di cronaca, da Rosetta Cutolo – la fredda e sicura sorella del camorrista Raffaele Cutolo – che gestiva durante il carcere del fratello il clan delle estorsioni. A Erminia Giuliano detta “Celeste”, che ha comandato un clan di uomini fino alla loro collaborazione con la giustizia.

Come disse Sergio amato, sostituto procuratore Anti-Mafia di Napoli, rispetto a Cosa Nostra, che ha come concetto un’organizzazione piramidale, nella Camorra i clan familiari partecipano attivamente alle attività criminali, comprese le donne che hanno la stessa forza e autorità degli uomini.

E Mariasole ha tutti i requisiti per succedere a suo marito Giovanni, volente o nolente..ha l’aggressività, la furbizia, la malizia che serve a gestire un manipolo di criminali che spesso non vedono al di là del proprio naso.
Lo stesso potere ce l’ha Angela Lieto, madre del suocero Antonio Farnesini, arrivata da Procida per dettare la sua legge.

Siamo a Napoli, la stessa città di cui è originario Luigi Romolo Carrino, il quale con questo romanzo ha voluto regalarci il sequel di “Acqua Storta” (Meridiano Zero, 2008), nel quale troviamo i personaggi di Giovanni Farnesini e Mariasole Simonetti, in cui fa da contraltare l’amore proibito tra il boss e Salvatore, una “bestemmia sull’altare di Santa Chiara”.

Il romanzo, raccontato in prima persona dalla moglie del camorrista, ci offre uno spaccato delle leggi non scritte della camorra, fondate da un codice di comportamento tramandato attraverso le famiglie e eretto su pilastri fondamentali come omertà, paura e rispetto.

Se non arrivi da Ponticelli, da Secondigliano, salla Sanità, se non arrivi da Casavatore, da Volla, da Giugliano, da Melito, non puoi capire come si campa e come si agisce, non puoi sapere come far “cantare” a uno che tradisce e non puoi essere spietato, perchè se non hai mai avuto la necessità di esserlo, se sei sempre stato sui libri a prendere una laurea, tu non la impari la ferocia che ti fa campare.

Una prosa fluida, potente, un legame indissolubile tra la donna e la “famiglia”, tra una madre e il proprio figlio, tra una vedova e il fantasma del proprio marito, tra la forza dell’amore e quella ancora più feroce delle leggi della violenza.

Una donna che saprà condurre il gioco, a dispetto di chi non crede nelle sue capacità, di chi non vede o non vuole vedere il suo potenziale. E’ un generale a capo di un esercito e studia tattiche e strategie da esperto navigato.

Ritrovo un autore campano che conobbi leggendo “Esercizi sulla madre” (2012, Perdisa Pop), un romanzo per niente affatto semplice, una sfida sia dal punto di vista dello scrittore, che del lettore – da concedersi in un settore, come quello editoriale, che lascia sempre poco spazio a testi complessi e innovativi come questo. Un romanzo nel quale vi era la ricerca della parola, del significato, dell’origine della scrittura.

Ne “La buona legge di Mariasole” questa ricerca ha trovato una fine, un risultato eccezionale che rende il romanzo di una bellezza incredibile, ma anche crudo e realistico. Questa è la forza delle donne, questa è anche la crudeltà di alcune donne, questa è la legge di Mariasole, moglie di un capo clan. Questo è il nuovo Luigi Romolo Carrino, che vi consiglio di non perdere.
E questa la casa editrice, la E/O, che riesce con la sua collana Sabot/age diretta da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto, a regalarci delle perle davvero uniche, complimenti.