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Sassari, incontro con lo scrittore Piergiorgio Pulixi Un tour nell'isola per presentare "Il canto degli innocenti"

Autore: Francesco Bellu
Testata: La Nuova Sardegna
Data: 18 aprile 2015

Tredici tappe per scandire un viaggio all'inferno alla ricerca del Male, delle sue radici, del suo cuore nero nascosto dietro corazze all'apparenza candide. "Il canto degli innocenti", ultimo romanzo di Piergiorgio Pulixi abbandona il terreno del noir mediterraneo per infilarsi nelle oscurità del thriller più puro tra ossessioni e brutali omicidi.
L'autore - che fa parte del collettivo Sabot creato da Massimo Carlotto - lo ha presentato giovedì sera alla libreria Azuni all'interno della rassegna letteraria Giallonoir curata da Emiliano Longobardi. Una lunga chiacchierata con il pubblico in cui Pulixi, partendo dal suo libro, ha intersecato cinema, scrittura, televisione, fumetto. Una commistione di generi ben rintracciabile anche in questa sua opera che si svicola dai paletti degli archetipi attraverso la serialità: "non è un noir in senso stretto. - spiega - Nel titolo richiamo volutamente "Il silenzio degli innocenti" di Harris, il thriller per antonomasia. Il lettore è così consapevole sin dall'inizio che andavo in questo nuovo territorio". Questo è il primo romanzo, o meglio "canto" come lo definisce più volte, di 13 che hanno come protagonista Vito Strega, investigatore sui generis che vede il lavoro come una missione da compiere con maniacalità. Tutt'altro che pacificato con se stesso, si ritrova a dover indagare su brutali delitti compiuti da ragazzini appena adolescenti.
"E' un viaggio nel Male. Vito Strega lo vive come un viaggio che via via lo cambia, ne smussa la sua natura - rimarca Pulixi - Ha un retroterra da psicologo clinico non da poliziotto clinico non ha poliziotto da strada e si trova ad interrogarsi sul perché del Male indagando su omicidi frutto del disagio giovanile ma che sono attuati con una mentalità da adulto. Mi intrigava questo contrasto con la loro innocenza". A dare l'input alla storia c'è la lettura di un saggio in cui la malvagità viene vista come accessorio che la Natura ci ha dato per sopravvivere ad un ambiente ostile. Un'origine biochimica, quasi, dei comportamenti delittuosi che possono attivarsi per caso o per via del contesto. "Ovviamente è una delle tante ipotesi in circolazione, ma mi piaceva che il mio protagonista si confrontasse con i suoi limiti". Perché Il canto degli innocenti si confronta con i dilemmi morali della quotidianità in cui le passioni possono trasformarsi in ossessioni. E non vale solo per il racconto in sé ma anche per l'attività di scrittore: "Quando lavoro non riesco mai a staccare con le mie storie - dichiara l'autore cagliaritano - In questo caso dovendo fare anche io attraverso la scrittura un viaggio nel Male dovrò confrontarmi con i suoi fantasmi, lavorandoci. Ciò che mi salva dalla follia dello scrivere è la disciplina, così come mi è stato insegnato. Cerco di limitare l'ossessione rispetto alla passione per avere un equilibrio".