La Bonaiuto dà voce a Elena Ferrante
Autore: Brunella Schisa
Testata: Il Venerdì di Repubblica
Data: 17 aprile 2015
Dopo avere interpretato L'amore molesto nessuno ha più pensato ad Anna Bonaiuto per i libri di Elena Ferrante. Misteri gloriosi, perché la sua interpretazione era memorabile. La ricordo col vestito rosso arrancare per le strade di Napoli con un'inquietudine che attraversava tutte le pagine del libro, perché l'abilità di Elena Ferrante, favorita al Premio Strega 2015, è tenere in uno stato di tensione il lettore e raccontare legami e sentimenti in modo crudo. Esce ora per Emons Audiolibri L'amica geniale (1cd Mp3, euro 17,90) il primo volume della quadrilogia dell'autrice invisibile che ha incantato persino gli americani. La storia di Elena e Lilla, amiche per la pelle in perenne competizione, nate negli anni '50 nello stesso rione di Napoli. La prima riesce a evadere dal micro mondo e andare alla scoperta di un altro più grande; Lila, l'amica geniale, dotata e bella rimane imprigionata nel rione. Due vite che si fondono, si scambiano amore, cattiverie, violenze e solidarietà.
«A me personalmente non importa sapere chi sia Elena Ferrante, l'idea di non vederla da Fabio Fazio mi conforta. Che sia una donna sono sicura, scrive di carne e sangue, se fosse un uomo me lo sposerei» commenta l'attrice che incontro nella sala di registrazione. Vent'anni sono passati dall'Amore molesto. «Ho saputo dal regista Mario Martone che la Ferrante era stata contenta del film. Sono certa che è venuta a teatro a vedermi. E so che se le scrivessi una mail mi risponderebbe». La Bonaiuto macina pagine, e in certi momenti si interromper perché non le è piaciuta un'inflessione, una pausa. «La Ferrante non è difficile. La sua scrittura non è piena di incisi, virgole. Con lei, come per tutti i grandi autori di teatro, la fatica consiste nello scavo del personaggio». La Bonaiuto, di padre napoletano e madre veneta, è bilingue e nonostante il libro non sia scritto in dialetto ha deciso di colorarlo con la cadenza napoletana per le scene del rione. «Ma senza esagerare».