Nel posto sbagliato
Autore: Raffaella Galluzzi
Testata: Mangialibri
Data: 15 aprile 2015
Maggio 2013. La città è coperta da una cappa di nubi dense, l'aria è torrida ed intrisa dell'inconfondibile lezzo che sale dal mare e dai rifiuti sparsi ovunque. Una giornata apparentemente ordinaria per il commissario capo Vincent Tripaldi. Eppure il corpo violaceo e deformato dal gonfiore rinvenuto in un laghetto artificiale e la terribile deflagrazione che riduce ad un cumulo di macerie la stazione ferroviaria della città cambieranno per sempre la sua vita. La squadra di cui fa parte – la RED – si avvale di nuovi strumenti investigativi basati essenzialmente sull'ipnosi. Testimoni preziosi sono i comuni cittadini presenti sulla scena del crimine: rintracciati tramite il segnale emesso dai cellulari, diventano POV (Point Of Wiew). Da essi, autentiche telecamere viventi, gli investigatori ricavano immagini ed informazioni registrate inconsapevolmente ma ben fissate nel loro inconscio...
Visionario, adrenalinico, a tratti inquietante. Poldelmengo fonde abilmente una storia marcatamente noir ad elementi prettamente fantascientifici. I POV – la cui unica colpa è quella di essersi trovati nel posto sbagliato – non sono come i precog creati dalla fantasia di Philip K. Dick, ma ci ricordano inevitabilmente le atmosfere del visionario autore statunitense. In queste 188 pagine dense di storie ed avvenimenti, tanti sono i punti di vista, tante le verità, moltissime le domande e, di contro, poche le risposte certe. È vero: “forse esistono misteri più grandi nelle profondità dell'animo umano che non in quelle dello spazio”. E proprio di questi misteri si fa portavoce l’autore, che ci costringe ad una dolorosa riflessione su quanto in nome di una presunta sicurezza collettiva si possano ritenere trascurabili alcune libertà personali; su quanto l'uomo abbia irrimediabilmente modificato l'ambiente in cui vive; su quanto la politica possa diventare semplice esercizio di potere. Testimone muta della fragilità umana l'arrugginita ruota panoramica che sovrasta la città, con le sue insegne dei Compro Oro spuntati “come i bubboni della peste”, con la crisi che ha messo in ginocchio l'economia, con le mafie che sguazzano indisturbate tra sfruttamento della prostituzione e traffico di stupefacenti. La straordinaria caratterizzazione psicologica dei personaggi e lo stile secco, asciutto e tuttavia ricco di colpi di scena ci conducono velocemente al finale, che lascia intravedere un possibile sequel e che ci fa scorgere un barlume di luce in fondo al tunnel. Perché alla fine “ognuno è ciò che è, nel momento della verità”.
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