E' il primo episodio di una serie di tredici
Vito Strega è un poliziotto momentaneamente sospeso dal servizio per aver sparato in circostanze poco chiare a un collega, l’ispettore capo della polizia Jacopo Di Giulio, causandone la morte.
E’ costretto suo malgrado a sottoporsi a una terapia con la dottoressa Livia Salerno, che su incarico della Commissione disciplinare ne deve valutare lo stato mentale e l’eventuale reinserimento.
Intanto in città si verificano strani omicidi, strani e inquietanti, perché gli assassini sono dei ragazzini. Come la tredicenne che accoltella una coetanea considerata una rivale in amore, o il quattordicenne che ammazza il padre a martellate.
Per il vicequestore sono episodi isolati da ricondurre forse al disagio giovanile, e concede all’ispettrice Teresa Brusca solo tre giorni approfondire le indagini.
Vito Strega però e non ci sta, vede molto altro in quei delitti compiuti con ferocia e spietatezza, scorge una modalità che sembra rispondere a un disegno lucido e preciso.
Infrangendo non poche regole deontologiche e rischiando ben più di una sospensione, Strega non rinuncia a compiere la sua personale indagine, e lo fa agendo ai margini della legalità, con l’aiuto della Brusca che in lui, forse, vede più di un collega.
Il tempo gli dà ragione. I due omicidi sono solo l'inizio di una serie di delitti feroci e spietati compiuti per mano di ragazzi di età compresa tra i dodici e i quindici anni. Chi si nasconde dietro a questi crimini? C'è una mente criminale che guida i giovani assassini?
Strega cerca la giusta intuizione, quella che in passato gli ha fatto risolvere casi che sembravano impossibili, ma non la trova. E’ paralizzato, la sospensione lo fa sentire un poliziotto a metà e un passato doloroso lo tormenta
Quando è solo nella sua mansarda il pensiero torna a battere lì, dove fa male. Torna agli anni passati con Cinzia, la moglie che per anni ha sacrificato al lavoro, che ora sta con un altro ma che lui vorrebbe di nuovo vicino, pronto ad amarla come merita, come non ha mai saputo e voluto fare.
E torna a quel ricordo di bambino che forse è solo un incubo, o forse no.
La mente vacilla, il corpo robusto e vigoroso sembra cedere sotto il peso di una vita sregolata e delle notti in compagnia dell’assenzio. Ma c’è un fulgore che anima il poliziotto, e che non si spegne. Quello che da tutta la vita gli impone di non arrendersi. E’ il senso profondo di giustizia, la voglia di dare un senso alla realtà che lo circonda e che troppo spesso è sudicia.
Perché Strega non è solo un poliziotto, è un uomo. Un uomo che ha fatto un viaggio all’inferno e che da quell’inferno forse non è ancora tornato, che nel restituire dignità alle vittime trova una legittimazione della sua.
Piergiorgio Pulixi orchestra una storia nera che prende spunto da uno spaccato sociale di grande attualità, che indaga la mente degli adolescenti e ne individua le debolezze, le fragilità, ma allo stesso tempo rivolge uno sguardo alla profonda miseria di cui può essere preda l’animo adulto.
Un noir psicologico in cui personaggi femminili e maschili sono in totale equilibrio stilistico, indagati con la stessa profondità e la stessa cura, messi in campo con uno schema perfetto che coinvolge il lettore in un’esperienza totalizzante.
Un salto senza respiro nel buio più profondo dal quale si riemerge col bisogno di avere ancora un’altra, nuova storia.
Si chiama I canti del male, ed è una serie poliziesca di tredici episodi firmata da Piergiorgio Pulixi per e/o edizioni.
Il primo capitolo, Il canto degli innocenti, è in libreria da oggi.
http://voceditalia.it/articolo.asp?id=110426&titolo=Il%20canto%20degli%20innocenti&imm=0