Io devo sapere tutto, devo sapere le cose come stanno e come si fanno, soprattutto devo sapere le cose come staranno e anticipare le mosse, non è vero Giova’? Dimmi che è così, dimmi che non è così e che mi sbaglio, dimmi una cosa qualunque, ma dimmi!
Luigi Romolo Carrino è napoletano. Nel suo curriculum i romanzi Acqua Storta (2008), Pozzoromolo (2009) e Esercizi sulla madre (2012). La sua scrittura è particolare, vera e crudele.
Benvenuti. Per A book to tell ho letto “La buona legge di Mariasole”, di L.R.Carrino. Giovanni era un camorrista. Ora che non c’è più, lascia a Mariasole un’eredità pesante e un destino che, forse, non si potrà cambiare. Mariasole se l’era sposato a forza il suo Giovanni, perché questo avevano imposto le famiglie. Giovanni non le aveva mai detto un “ti amo” quando la prendeva per i fianchi e la possedeva. Mariasole aveva vissuto nella sua ombra e nell’ombra del suocero, Don Antonio Acqua Storta, il boss indiscusso. Mariasole è sempre stata la figlia di… la nuora di…ora è la vedova di… Sua madre resta con lei e con il piccolo Antonio, suo nipote. Mariasole dovrebbe vestirsi a lutto per un lungo periodo, andare al camposanto tutti i giorni per portare fiori freschi sulla sua tomba e piangere per lui, almeno un paio d’ore. Lo farà? Si stava pure innamorando di lui…cosa strana… Mariasole ora deve affrontare una seconda vita, a Napoli la camorra non scherza. Deve proteggere chi ama ed essere protetta. I camorristi stanno alzando la cresta e si fronteggiano. La “Federazione” ha bisogno di un nuovo punto di riferimento, dato che Don Antonio deve stare nascosto e suo figlio è morto. Sarà lei il nuovo fulcro? Sarà in grado di sostituirsi al marito e di farsi rispettare? Mariasole lo sa. Sa che la camorra è un modo di vivere, ha regole proprie, è dentro la sua vita, da sempre. Si governa da sola, cambiando i cervelli e le armi ma non le leggi. Mariasole lo sa, che deve andare alle riunioni, comandare e pretendere attenzione, perché i clan avversari sono fuori controllo e gli affiliati fanno i furbi. Mariasole sa che, seduta al tavolo con i camorristi, decide chi deve vivere o morire e come ripartire la droga tra le famiglie. Osserva e ascolta, si fa attenta Mariasole. Prende tempo e cerca di mantenere la calma. Usa l’astuzia e la femminilità per ottenere ciò che necessita alla sua famiglia. Perché Mariasole è bella e seducente. Affronta i clan rivali a testa alta e cerca di non mostrare quanto ha paura. Sta imparando Mariasole, anche lei deve affrettare il passo davanti a un morto sparato per strada. Sta prendendo confidenza con gli sguardi strafottenti di chi non l’accetta come capo. Pensa e agisce a modo suo, cercando di trovare nuove leggi da far rispettare. Che sia il momento per una svolta? Ha un piano preciso Mariasole, le serve il tempo e la forza emotiva per affrontare tutto. Poi forse, troverà la pace. Mariasole è una donna di camorra. È un mammifero che difende il suo cucciolo e il nome che porta. È anima e corpo, pacata e passionale, insicura e assassina. Mariasole è lava e sangue, terra e mare. È il dolore che si rinnova, è il rispetto e l’onore. È la forza e l’amore di una madre. Questo libro è il seguito di “Acqua Storta”, 2008. L’autore mi ha fatto rivivere la sua scrittura unica e caparbia. Le sue parole, ancora una volta, restano impresse, stampate sul cuore. Come Mariasole, come le famiglie che le stanno attorno. Buona lettura.