Da bravo scrittore/sceneggiatore Luca Poldelmengo apre il sipario sulla storia con i titoli di testa e l’ordine di apparizione dei protagonisti del suo libro.
Al centro della storia una squadra molto particolare, la Red.
Ideata dal professor Luca Basile e composta da Vincent Tripaldi (commissario capo ed esploratore), Naima Lalami (commissario apprendista), Leo e Sara (ispettori).
La particolarità della Red?
Rintracciare e prelevare i POV (Point of View), cioè gli individui che si trovano nei pressi del luogo di un delitto, sottoporli ad ipnosi, e dai loro pensieri, attraverso un ologramma, estrapolare le immagini che serviranno ad individuare il/i colpevole/i.
Una volta terminata l’ipnosi e risvegliatosi i POV non ricorderanno nulla.
Trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato può far si che ognuno possa diventare un POV.
Ma il fine della squadra, basta a giustificare il suo operato?
Vincent era convinto che la sicurezza di molti valesse il disagio di pochi, e che questo li autorizzasse a infrangere alcune trascurabili libertà personali.
Non importa oltrepassare la linea, entrare nella mente del testimone inconsapevole, se questo serve ad individuare il colpevole di un delitto, un attentato, un qualsivoglia crimine.
Il fine giustifica i mezzi.
Ed è quello che ha spinto l’ideatore Luca Basile a dar vita alla Red.
Sua moglie Daniela, funzionaria di pubblica sicurezza, è stata brutalmente prima violentata e poi uccisa.
Fu lui a trovare il corpo, i responsabili non vennero mai identificati . Si poté risalire solo al numero grazie ai diversi tipi di DNA rinvenuti nel corpo di Daniela. A quello era servita tutta la scienza che aveva a disposizione la polizia, fornirgli un numero, quattro, per dividere in parti uguali l’odio che provava.
Con la RED avrebbe fornito alla polizia un’arma che un giorno sarebbe arrivata a impedire ad altri di cadere nell’abisso in cui era precipitato lui. Nessun colpevole sarebbe più rimasto impunito.
VincentOgni qual volta il commissario entrava in quella casa, nel togliersi la divisa perdeva l’imperturbabilità che quella sembrava fondergli. Tolto il costume, Vincent non aveva maggiordomi ad accoglierlo. Poteva solo correre sotto le lenzuola, nella speranza che il sonno lo inghiottisse in fretta e che l’orrendo mondo che si agitava fuori da quella caverna si svegliasse presto e chiedesse ancora il suo aiuto.
NaimaMaima Lalami era la prova vivente che ciò che non ti uccide ti fortifica, aveva attinto anche a qual dolore per realizzare i propri desideri. A soli ventisei anni era già commissario, per di più impiegata nell’unità d’élite del corpo. Non sarebbe stato un risultato trascurabile per nessuno, figurarsi per un’immigrata di seconda generazione. Ormai a legarla alla terra dei suoi nonni, terra in cui l’islam era legge, nazione, tradizione e identità, erano rimasti solo il suo nome e quei grandi occhi neri con cui guardava al di là del vetro.
SaraLa sua indole ansiosa, ansiogena e insoddisfatta al limite della nevrosi non glielo permetteva. Se un giorno avesse trovato la lampada magica e avesse potuto esprimere un desiderio questo sarebbe stato: vorrei essere serena, non chiedo altro.
LeoLeo, di quando in quando, riusciva a vestire i panni del genio. La sua calma, quell’aplomb che Sara gli invidiava tanto da fargliene una colpa, quella ragionevolezza ai limiti della sottomissione così in contrasto con il fisico imponente, quell’incessante presenza e dedizione: tutto ciò riusciva a donarle un po’ di pace. I due ispettori lavoravano insieme orami da sette anni.
Questa sinergia aveva creato una perfetta coppia di sbirri, e la coppia, ormai da tre anni, condivideva anche lo stesso talamo.
Ecco a voi la RED.
Dopo l’ottimo successo ottenuto nel risolvere il caso legato ad un attentato, la RED esce dall’anonimato nel quale fino ad allora aveva operato e il primo ministro Lacroix ne parla pubblicamente tessendone le lodi e prendendosi in parte anche il merito.
Ma a questo punto c’è un ma … c’è una svolta che cambierà per sempre la storia della RED.
Questa volta la vittima è Naima e allora tutto lo svolgimento delle indagini prenderà delle pieghe diverse. Il coinvolgimento emotivo è troppo forte, a cadere è un componente della squadra.
Ma le indagini devono andare avanti e i rimanenti componenti della RED devono continuare a fare il loro dovere anche e forse con una forza maggiore.
A dar loro una mano, un nuovo ingresso, il Dottor Francesco Oberdan, scelto da Basile e sua vecchia conoscenza. Oberdan è sconvolto quando Vincent gli espone i procedimenti seguiti dalla RED, non riesce assolutamente a condividere il pensiero della squadra. Ci saranno scontri ed incomprensioni durante lo svolgimento delle indagini per scoprire chi ha assassinato Naima.
Ma proprio Oberdan sarà colui che farà aprire gli occhi a Vincent, perché dietro la morte del commissario apprendista si nasconde una verità mai sospettata e impensata, una verità che sconvolgerà tutto fino a far cambiare idea a Vincent sull’operato della RED.
Quando si è dall’altra parte della barricata la visuale cambia e vivere sulla propria pelle quello che fino ad allora si è fatto vivere agli altri, ti fa
Mentre la lettura de “Nel posto sbagliato” andava avanti gli interrogativi proseguivano di pari passo.
La domanda classica che ci poniamo tante volte “ Cosa è giusto e cosa è sbagliato?” per forza di cose prendeva piede davanti ad una violazione della privacy così forte.
Spesso l’idea di partenza può essere giusta ma nel prosieguo finire in mani e menti sbagliate che hanno come finalità tutto tranne che l’interesse comune.
Desiderio di potere, arguzie, tutto pur di raggiungere i propri fini ed obiettivi, calpestano le più semplici regole di umanità possibili. Ma la speranza che ci sia sempre qualcuno che una volta entrato negli ingranaggi apra finalmente gli occhi e cambi idea, non deve e non può morire.
In fondo citando James Russell Lowell (poeta e saggista statunitense) “Solo gli stupidi non cambiano mai opinione”
Una storia che vi terrà incollati fino all’imprevedibile colpo di scena finale e che grazie al connubio autore-sceneggiatore vi darà l’impressione di avere davanti a voi le immagini vere e proprie, come davanti ad uno schermo.