Lampedusa può anche essere una fiaba. Amara ma pur sempre fiaba se a raccontarla è Massimo Carlotto con l'aiuto delle illustrazioni di Alessandro Sanna in La via del pepe (Edizioni E/O, pp. 48 9,50€ con illustrazioni), un grido d'amore disperato contro l'intolleranza verso i migranti.
LA VIA DEL PEPE - LA FIABA AMARA DI AMAL
Amaro è il percorso del giovane Amal partito dalle interne lande africane per imbarcarsi, dallaLibia, su un fatiscente peschereccio diretto sulle coste italiane.
Un viaggio venato da toni funerei che si arresta, a seguito di un naufragio, in una bolla d'acqua in cui Amal dialoga con la Morte.
Massimo Carlotto scrive una favola acquosa le cui vicende, spogliate dagli elementi fantastici, rispecchiano perfettamente le speranze e le vicissitudini dei molti africani che partono con il desiderio di cambiare la propria vita in Europa.
Amal è l'unico sopravvissuto a un naufragio, a tenerlo in vita sono cinque grandi di pepe, stretti in una mano, che il nonno gli ha dato prima di partire.
Grani intrisi di una forza (la speranza?) tanto potente da tenerlo con la testa fuori dall'acqua, mentre i corpi di tanti suoi compagni di viaggio raggiungono il fondale marino dal quale non potranno mai più risalire.
Finché la Morte, in veste trasparente e fluida, si palesa e si intrattiene con Amal, cerca di convincerlo a lasciarsi andare a lei.
Il piccolo africano lotta contro un avvicendarsi di rassegnazione, rabbia e speranza mentre la Morte lo illude e gli racconta le sue giornate.
Intanto il nonno di Amal, Boubacar Dembélé, custode della settima via del pepe, interroga la Luna e cerca di salvare il proprio nipote.
La linearità della scrittura, la semplicità con cui l'autore racconta e leviga una dinamica tanto dolente quanto attuale come quella degli immigrati africani, si mescola alle, quasi, monocromatiche illustrazioni di Alessandro Sanna.
Esplosioni di blu e marroni sfumati fanno scorgere i tratti dei personaggi di una favola amara, mitigata dalla speranza e dalla forza che solo l'amore per la famiglia può generare.
La brevità con cui la storia di Amal viene raccontata induce alla riflessione, incuriosisce, fa sognare e storcere il naso.
Una favola che tutti i bambini possono leggere ma che, sicuramente, giova di gran lunga ai grandi.
«Un profugo in fondo al mare non esiste. Non è mai esistito. Non diventa nemmeno un dato statistico.»