Lo scorso novembre avevo letto e recensito un libro di un autore del nord est, Massimo Cuomo, “Piccola osteria senzaparole”. Un libro che mi era particolarmente piaciuto per come era scritto, di facile lettura, ironico e divertente ma senza mai trascendere. Forse perché il protagonista era un terrone e quasi per senso di appartenenza territoriale mi sono legato a quel personaggio e alla sua storia.
Ma Massimo Cuomo non è al suo esordio come scrittore. Nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo dal titolo “Malcom”,Edizioni e/o, ed anche se è passato qualche anno, l’ho voluto leggere e l’ho fatto con estremo piacere, confermando quella sensazione di piacevolezza nella lettura che avevo già provato con il suo primo lavoro, uscito sempre per la medesima casa editrice.
Il protagonista del romanzo d’esordio di Massimo Cuomo è Marcello Zanzini un ragazzo di trent’anni a cui da un momento all’altro crollano tutte le certezze di una vita che gli sembrava tutto sommato serena, banale e un po’ borghese forse, ma tranquilla. Una vita di un ragazzo poco più che di trent’anni che sta per divenire ufficialmente maturo e indipendente, desideroso di compiere scelte di vite importanti e proiettate verso il futuro.
Non solo un imprevedibile e mai immaginato licenziamento dall’azienda, la BigBiz, nella quale lavorava e nella quale addirittura immaginava di poter far carriere e divenirne in futuro un manager, tanto da comprare (ovviamente a rate) addirittura una Mercedes decapottabile, simbolo di quella vita agiata che tanto aveva desiderato e che gli sembrava quasi sfiorare, ma soprattutto il tradimento della sua compagna, Arianna. Con lei era andato a vivere da qualche mese, compiendo una scelta coraggiosa di vita e di amore: aveva scelto la sua compagna di vita e insieme avevano scelto come arredare quella casa, il loro rifugio. L’avevano fatto con gusto, con creatività, scegliendo i migliori mobili di design in circolazione. Proprio in quella casa, che doveva essere il loro nido d’amore, rientrando poco prima del previsto una sera Marcello scoprì però la sua ragazza a letto con un altro uomo e tutto il suo mondo costruito con tanta passione e determinazione crollò.
Era passato poco più di un mese, infatti, da quella tremenda sera, da quando Arianna lo aveva tradito con un venditore di aspirapolveri ed ora doveva affrontare anche l’inaspettato e forse ancora più traumatico licenziamento, proprio quando immaginava che a breve avrebbe firmato quel tanto atteso contratto a tempo indeterminato che gli avrebbe aperto la via della serenità economica.
Costretto quasi a ritrovarsi con una sigaretta in mano per affrontare quei terribili e afosi giorni di luglio, Marcello così è anche costretto a rifugiarsi nel più grande bazar di vendite online cercando di recuperare un po’ di denaro svendendo alcuni dei suoi oggetti preferiti, tra cui anche i suoi amati album di figurine Panini, e quegli stessi mobili di design che rappresentavano forse l’ultimo contatto con la sua vita passata e con Arianna.
Della sua vita precedente, infatti, quasi come se avesse tirato su un muro immaginario a divedere le sue due vite, non restavano forse che i suoi due più cari amici, Tonno e Pino, con i loro scherzi e la loro costante presenza. Marcello si divide tra ricordi e una perenne sensazione di insoddisfazione, colloqui di lavoro andati male, la ricerca di quella serenità ormai perduta che sembra riapparire solo con la presenza di Federica, una bella e simpatica commessa di un negozio di intimi di ventiquattro anni che certo non nasconde il suo debole per Marcello.
Ma si sa che gli imprevisti così come ti possono quasi distruggere o maledettamente complicare la vita, così ti possono regalare momenti di gioia e inaspettate novità. Esattamente quello che capitò a Marcello quando, per caso, in una caldissima domenica di luglio in una piazza quasi deserta incontrò un senza tetto che gli regalò una scheda telefonica di un cellulare che sarà l’oggetto che gli cambierà la vita.
Da quel momento la vita del protagonista del romanzo di Massimo Cuomo muta ancora una volta in maniera completamente inaspettata. Su quel numero di telefono di quella scheda iniziano ad arrivare tanti sms, strani e quasi incomprensibili messaggi che proiettano Marcello in delle “avventure” che mai avrebbe immaginato gli potessero accadere: incontri, coincidenze, luoghi, personaggi improbabili che però lo rianimano, gli ridanno coraggio e linfa, quasi a simboleggiare una riscoperta del proprio io.
Un nuovo percorso che condurrà Marcello a delle scelte, a nuove scelte di vita, dovendo appunto capire quale strada dover prendere per recuperare quella serenità persa ed indossare finalmente un bel pantalone sopra a quelle mutande indossate pigramente nel suo spoglio appartamento, simbolo della decadenza di una intera generazione di trentenni insoddisfatti.
Come anche per il suo ultimo libro anche il primo romanzo di Massimo Cuomo è costruito come una perfetta sceneggiatura a metà tra realtà e finzione. Scritto in maniera ironica, semplice e per nulla banale, “Malcom” si fa leggere davvero con piacere.
Quello che si intuisce fin dalle prime pagine del testo è che Cuomo non ha scritto semplicemente un romanzo, non ha inventato una storia da zero per il solo gusto di scrivere. L’autore è un esperto di comunicazione (laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna) e i suoi studi e i suoi più recenti lavori gli hanno permesso, in entrambi i libri, di proporre un’analisi dettagliata della società italiana. In “Malcom” appare chiarissimo il tentativo di analizzare le difficoltà di chi ha trent’anni e vive nella più grande crisi economica dal dopo guerra, in uno Stato come l’Italia che cerca di correre tra le grandi potenze del mondo non accorgendosi però dei suoi grossi limiti.
Il romanzo diviene realtà sfogliando la vita quotidiana di gran parte di quei ragazzi e ragazze intorno ai trent’anni a cavallo tra studio e lavoro. Marcello, se proprio volessimo immaginare una rappresentazione del suo stato d’animo, appare esattamente come la copertina del libro (un’illustrazione di Alessandro Gottardo): un ragazzo solo in mutande che guarda quasi assente un frigorifero completamente vuoto, un ragazzo che ha perso tutte le sue certezze. Quell’immagine potrebbe essere, appunto, la rappresentazione grafica di quella generazione offesa ed apostrofata nei modi più assurdi, a rimarcare una distanza infinita di una certa classe dirigente, che si riflette nella vita di Marcello Zanzini detto Zan. Il comico ed il surreale da un lato, le speranze e il tradimento dall’altro, con al centro quel salto nel buio rappresentato dal passaggio dallo studio al lavoro, sono tutti elementi rintracciabili nella scrittura di Cuomo che rappresentano quella sensazione di smarrimento e crisi interiore del suo protagonista che lo porta a rivedere tutti i cardini centrali della sua vita, ritrovandosi poi obbligato a scegliere quale via prendere per ritrovare se stesso; esattamente quello che capita ogni giorno a migliaia di trent’enni italiani.
http://culture.you-ng.it/2015/01/14/malcom-massimo-cuomo-crisi-dei-trentenni/