Eccomi a voi, bentrovati. Oggi per A book to tell parliamo de “La firma del puparo”. Ritroviamo con piacere Rocco Liguori, ora tenente, personaggio di spicco che accompagna l’autore da tempo. Lo vediamo trasferirsi a Palermo da Alba, destinato alla Sezione Omicidi del Nucleo Investigativo. Un fascicolo da riaprire lo attende. Riccardi ci propone un nuovo sostituto procuratore e la giovane collega che gli è stata affidata. Per lui quest’indagine sarà una sfida. Liguori, quindi, arriva a Palermo, tra saluti freddi, sguardi indagatori e qualche avvertimento mafioso. Un comitato d’accoglienza di tutto rispetto….Il suo lavoro ha inizio, mescolandosi fin da subito agli affetti che hanno popolato il suo passato. I ricordi di un’amicizia fraterna, la stessa strada da percorrere. Un bivio, due mete diverse. Poi un gesto estremo che cambierà per sempre questo rapporto.Entriamo a piccoli passi nel mondo di Cosa Nostra, dove ogni affiliato ha il proprio spazio e un codice d’onore da rispettare. La Omicidi e il Nucleo Investigativo lavorano insieme, la storia è complessa: un giornalista è scomparso, un boss sembra morto in un agguato mafioso, un capo del narcotraffico vuole collaborare e ha bisogno di protezione per sé e per la sua famiglia. Liguori deve approfondire e sarà costretto a recarsi a New York per vederci chiaro. Tutti gli indizi raccolti gli sembrano poco chiari, qualcosa non torna, sembra tutto costruito a dovere…Ma da chi? Il responsabile ha un nome? Rocco Liguori ha un animo romantico, inutile negarlo; per lui è difficile mantenere gli equilibri tra amicizia e amore; ha paura di legarsi e di amare, teme di trascurare chi gli dovrebbe stare vicino visti gli impegni che occupano il suo tempo. Scopriamo così, insieme a lui, che la mafia è cortese ma usa parole taglienti. Che non perdona e le colpe dei padri ricadono sui figli. Che la mafia muove ovunque i suoi sicari. Tutto comincia ad avere un senso, le cosche si fanno prendere dalla frenesia e danno il via ad una guerra personale. Si effettuano i primi arresti. Forse si prospetta la più grossa operazione antimafia….Nel frattempo però, si vive nell’ansia di ulteriori minacce, nella paura di non riuscire a mettere in sicurezza chi è più debole; cercando di educare con tenacia chi continua a ribellarsi alle istituzioni, agendo di testa propria. Ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, in bilico tra incertezza e rassegnazione. Tutti devono fare i conti con il proprio cuore. Da una parte si tace per paura di dire la cosa sbagliata, dall’altra non si parla per omertà e per paura. Il silenzio, in qualunque modo lo si definisca, invita alla riflessione. I profumi e i colori della Sicilia sono sul palcoscenico di questo teatro. L’orrore di Cosa Nostra, pesa.Il regista di questo spettacolo è il “puparo” che si muove nell’ombra, ha il cervello fino e il cuore inaridito. È lui il direttore di scena, lui che decide il ruolo di ciascun attore. Lui tiene i fili, come un burattinaio. Lettura scorrevole, capitoli brevi, per una storia che lascia il segno e che va metabolizzata. Ottimi i nuovi personaggi, soprattutto al femminile. Leggendolo, capirete perchè mi riferisco in particolare a loro. Cercate il “puparo”…..buon lavoro…La recensione è tratta dal blog di Marilù Oliva, il Libroguerriero~~•~~•~~•~~•~~•~~•~~••~~•~~•~~•~~•~~•~~•~~•~~•~~~•~~•~~•~~•~~•~~