Finita l'ondata commerciale dei comici televisivi prestati alla scrittura, tra le cose che latitano nel nostro attuale paesaggio letterario c'è sicuramente l'umorismo. Ci sono i soliti Benni o De Silva, qualche autore passato attraverso l'esperienza de Il semplice come Ermanno Cavazzoni, Paolo Nori o Ugo Cornia, qualche incatalogabile patafisico come Paolo Albani, e poco altro. Perciò segnaliamo con piacere due romanzi di giovani scrittori che in qualche modo sfidano il cupo cipiglio letterario di tanti colleghi: Claudio Morici, autore eclettico (ultimamente anche a teatro); e Giorgio Specioso, romanziere esordiente di ottime speranze.
Confessioni di uno spammer di Morici è un romanzo “epistolare” che mette in scena il desiderio inconfessato di ogni scrittore o anche, in tempi di autopubblicazione generalizzata, di ogni semplice utente di social network: avere una marea di lettori. Nello specifico: 15.583.003. Giuseppe, il narratore e autore delle email che compongono il libro, è un giovane italiano sbarcato a Londra e finito a lavorare in una «piccola società, chiamiamola così, che formalmente si occupa di web advertising. In realtà si arricchisce con lo spamming». Nella sua vita passata ha pubblicato qualche romanzo: «Presentazioni con sette persone, amici di amici, gente che si pubblica a vicenda… E poi che cos'è una pubblicazione oggi? Tre-quattromila copie vendute, se ti dice proprio molto bene. Fai prima a scrivere sui muri sotto la metro». Così, dopo avere contribuito a intasare la casella di milioni di persone con prodotti per allungare il pene e finte catene di Sant'Antonio, decide di rubare l'hard-disk contenente l'indirizzario della sua attività pirata e scrivere a tutti i contatti chiedendo scusa, quindi intrattenendoli con una sua personale storia d'amore. Giuseppe dovrà fare i conti con trolls, haters, e altri soggetti che la legge dei grandi numeri restituisce al mittente, sarà comunque salvo dalla sete di attenzione che incatena allo schermo una folla planetaria di teleconnessi quando, come ben sintetizza lui stesso: «Sei solo che torni a casa, apri la posta e non ti hanno scritto nemmeno un'email di spam». (...)