Elena Ferrante "Accetto la candidatura allo Strega"
Autore: Elena Ferrante
Testata: Repubblica
Data: 24 febbraio 2015
CARO Roberto Saviano, permettimi di andare subito al nocciolo della questione. Proporre la candidatura dell'Amica geniale al premio Strega è un tuo diritto di lettore e di Amico della domenica. Esercitalo pure, quindi, il libro è stato pubblicato apposta perché chiunque ne faccia l'uso e labuso che vuole. Più di venti anni fa un altro mio testo, L'amore molesto fu candidato a quello stesso premio e ci andò senza problemi. Ricordo che vinse Ninfa plebea e ne fui contenta. Non ricordo invece quali libri ebbero più voti, quali andarono a formare la cinquina. Di certo pochissimi Amici della domenica, che allora mi immaginavo tutti lettori attenti, trovarono L'amore molesto di loro gradimento. Mi rammaricai? Avrei fatto meglio a tenermi stretto il libro? No. Anche se avessi saputo che già allorae perché no, ben prima di allora, forse da sempre una porzione cospicua degli Amici della domenica era amica soprattutto delle grandi case editrici.
E quindi avrebbe trovato inutile perdere tempo con un romanzetto pubblicato da un piccolo editore senza relazioni festive, non avrei evitato ali'Amore molesto quell'esperienza. I miei libri, quando non sono rimasti nello spazio privatissimo del cassetto, possono andare dovunque li vogliano i lettori, l'essenziale è che io non debba andare con loro. Non li porto al guinzaglio, e al guinzaglio non mi lascio portare. Ci siamo separati definitivamente con la pubblicazione. E pubblicandoli ho consentito ad esporli al mondo nel bene e nel male.
Il principio a cui mi affido da ventitré anni è che, tra avventure e disavventure, cortesie e villanie, essi devono cercarsi da soli una loro strada. La troveranno? Bene. Non la troveranno? Pazienza. V adano intanto a tutti i premi d'Italia, non hopredusionie nemmeno ansie, sono candidati loro, io sicuramente no. Questo per dire che stimo te e i tuoi libri, sono contenta che tu abbia letto uno dei miei e che voglia schierarlo in una minuscola battaglia culturale, ma è inutile chiedermi il permesso. Nessun lettore scrive per avere il mio consenso, se deve usare L'amica geniale per tenere in piedi un tavolo cui s'è spezzata una gamba. Il puro e semplice fatto che il libro sia finito in casa sua, a portata di mano, e che ora gli appartenga lo autorizza a farne ciò che gli pare. So che l'esempio del tavolino non è garbato, ma lo lascio qui perché forse mi aiuterà a spiegarmi. Condivido totalmente le tue opinioni sullo Strega, ai miei occhi è uno dei tantissimi tavoli del nostro paese che svelano gambe divorate dai tarli. È convinzione diffusa che si tratti di una gara senza nessuna incertezza, i giochi sono fatti sempre più spesso con un anno o due di anticipo, l'unico problema è evitare che qualcuno faccia il furbo. Senza contare che persino quelli che al premio sono devoti più che a una santa reliquia, ammettono ormai che per molti Amici della domenica, sebbene selezionati da sempre non come una qualsiasi giuria, ma in quanto schiera di spiriti eletti, la qualità dei singoli libri in gara conta assai meno della loro etichetta editoriale e delle buone relazioni di chi li firma. Ma allora, se le cose stanno cosi, perché vuoi candidare L'amica geniale? La sua casa editrice non è potente e quindi non organizzerà alcun party né raccatterà voti porta a porta, numero di telefono per numero di telefono. Quanto a me, non figurerò a feste di nessun genere, non intratterrò anche nei giorni feriali Amici e Amiche della domenica, non sfoggerò un marito o fidanzato potente, non mi guadagnerò in abiti sobri o estrosi un servizio fotografico e la copertina di qualche magazine. Per di più in concorso finirà il quarto volume dell'Amica geniale, che risulterà di ardua lettura persino agli Amici più volenterosi, se non leggeranno anche ì tre volumi precedenti, cioè una storia lunga ben millesettecento pagine. Che possibilità ha dunque L'amica di entrare in cinquina? Che possibilità ha di vincere?
Ma tu giustamente non parli né di cinquina né di vittoria, ma di 'sparigliare le carte', espressione da tavolo da gioco che mi attrae. Per te, mi pare, candidare L'amica geniale significa nella sostanza non tanto vincere o perdere, quanto disfare lo schema solito del premio, irrompere nel rito dì una gara sempre più finta, mettere su un happening che scompagini e scompagni. Se infatti una parte non irrilevante di Amici a disagio arriverà a dare il premio al quarto volume dell'Amica, bene, si potrà dire che i libri sono stati una volta tanto sottratti ai giochi già fatti, o che almeno, a partire dall'anno venturo, anche la piccola editoria potrà considerarsi cooptata nella turnazione della grande, questo specialmente se la vecchia conflittualità tra i marchi che contano scemerà in seno al colosso Mondadori-Rizzoli e i turni potranno essere imposti con funeraria disciplina monopolistica. Se invece l'Amica, secondo la prassi consueta, non entrerà nemmeno in cinquina, benissimo, si potrà dire definitivamente, senza ombra di dubbio, che lo Strega cosi com'è è irriformabile e che quindi va buttato per aria. In entrambi i casi l'uso del mio libro consisterà nel tenere in piedi per un altro anno un tavolo tarlato, in attesa di vedere se restaurarlo o buttarlo.
Consento con questo ruolo, voglio contribuire a sparigliare? Devo dire, in tutta onestà, che non avevo messo in conto, mentre scrivevo, che il quarto volume dell'Amica geniale potesse avere una funzione di questo tipo, ma tutto sommato non mi dispiace. D'altra parte se anche mi dispiacesse, il mio dispiacere, come ho cercato di dire, conterebbe zero. Il libro è fuori da tempo, da tempo ha un pubblico e da tempo quindi, per quel che mi riguarda, tutti i suoi possibili usi sono consentiti. Anche se, più di ogni altro, preferisco l'uso per cui è nato. È giusto e urgente, a volte, sparigliare le carte, ma le carte ancora più giusto leggerle e farle leggere. La mia piccola polemica che dura da vent'anni intende soprattutto a questo. Grazie per questa chiacchierata scritta.
Con affetto, Elena.