Jacobo Montes è un artista contemporaneo che vuole far riflettere sulle brutture del capitalismo, niente di nuovo.
Di quelli che spopolano alla Biennale e tra i critici radical chic. Tuttavia è abbastanza inquietante. Prende degli immigrati e li paga per fargli sostenere delle strutture di ferro pesantissime. Oppure ne filma uno entrare in una cassa che viene poi esposta sigillata e emana un forte odore di putrefazione. Oppure prende un cane e lo lega alla catena di una galleria d'arte, dall'altra parte della stanza c'è la scritta «FAME» composta con del cibo per cani. Il cane muore perché nessuno lo aiuta, il pubblico rispetta la sacralità dell'opera.
In realtà Jacobo Montes non esiste, è il protagonista di Tentativi di fuga , il romanzo (pubblicato da e/o) di Miguel Ángel Hernández, scrittore e critico d'arte trentenne e spagnolo e per niente noioso come spesso gli spagnoli dopo Cervantes. I quali invece piacciono molto sempre ai suddetti radical chic, soprattutto i sudamericani, da García Márquez in giù (o in su, fate voi).
Invece questa è un'opera che si legge come un thriller e trabocca di belle riflessioni sull'arte, sulla vita e sulla morte, e soprattutto, colpo di scena, trabocca dalla finzione narrativa. Infatti c'è un aspetto gustoso tutto extratestuale: la figura di Montes, per ammissione dello stesso autore, allude a un artista reale, Santiago Sierra, il quale in effetti fa le stesse cose di Montes. Per esempio prende degli immigrati cubani e gli tatua sul dorso una linea per trenta dollari, costringe dei senzatetto a restare immobili dentro una scatola o, come il Montes del romanzo, gli fa sorreggere pesanti lastre di ferro fino allo stremo delle forze (sempre a pagamento).
Attenzione: il narratore del romanzo si chiama Marcos, uno studente di Belle Arti e futuro critico d'arte, ed è palesemente l' alter ego dello stesso Hernández. Marcos (e quindi Hernández) scrive il libro che state leggendo per denunciare Montes (e dunque Sierra) e rivelare al mondo come l'artista non sia un vero anticapitalista ma solo un cinico e sadico pazzo. Resta da capire se è più anticapitalista l'artista o lo scrittore che lo attacca in nome dell'anticapitalismo, e con chi staranno i radical chic. Bella storia.