La storia è da brivido. Un omicida allucinato semina una serie di cadaveri, ridotti in condizioni indicibili, suggerendo uno scenario mistico, travisato dalla follia. L’ispettore Amedèe Mallock viene chiamato a investigare nel turbine di una indagine che nessuno riesce a gestire, per l’orrore delle uccisioni e per la complessità delle rappresentazioni simboliche allestite dall’assassino.Appoggiato dalla sua squadra, trincerata a Fort Mallock, il protagonista riesce a sciogliere l’orribile rebus, giungendo a individuare e a fermare il colpevole.
L’elemento più riuscito di questo romanzo è, sicuramente, la figura del commissario Mallock. Passato sofferto, presente solitario, cinico e tenero al contempo. Una vita condotta in modo austero, qualche piatto delizioso, pochi amici leali, una tenera amicizia pronta a sfociare in un sentimento non confessato per una giovane terapista che lo segue a causa di una schiena tormentata dai dolori.
Il protagonista è la spina dorsale di tutto il racconto: riesce a reggere una narrazione, comunque ben strutturata e credibile, e accompagna il lettore nella voragine ossessiva e incalzante degli avvenimenti.Mi sono chiesta a chi assomigli Maddock, che, per investigare, unisce il razionale delle liste infinite all’irrazionale di visioni provocate da oppiacei; cinico quanto basta per gradirlo, umano nelle sue debolezze e nei suoi affetti perduti, in una Parigi umida e piena di malinconia che fa da sfondo. La costruzione del personaggio rimanda quindi a molti famosi ispettori, che fanno capolino in citazioni disseminate qua e là.
La scrittura fluisce senza intoppi, la trama si sviluppa sicura e credibile, pur nei toni orridi di certe descrizioni minuziose. Come in un cerchio, gli elementi convergono, tra momenti narrativi e brani onirici, sospesi tra il normale e il paranormale.L’autore, conosciuto in Francia per il thriller Il cimitero delle rondini e una serie televisiva, si affida talmente al suo commissario da usarne il nome anche come pseudonimo, in un gioco di nascondimenti un po’ ingenuo, a metà tra l’affetto e la trovata commerciale.
Un buon giallo, con sfumature di horror, una lettura magari non serale, ma godibile per gli amanti del genere. Unica nota, la copertina: colore di fondo e immagine migliorabili, davvero.