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La zingara in giallo

Autore: Alessandra Testa
Testata: Letteratu
Data: 9 febbraio 2015
URL: http://www.letteratu.it/2015/02/09/la-zingara-in-giallo

Il cielo sul Parco del Valentino Una quindicenne di San Salvario, a due passi dalla stazione di Torino, confessa di essere stata violentata da due ragazzi rom. Enzo Laganà, giornalista di cronaca nera, è costretto a rimandare le tanto attese vacanze in montagna per far luce sulla faccenda. Personaggio caro ad Amara Lakhous, in questa sua ultima uscita,La zingarata della verginella di via Ormea (Edizioni e/o), Enzo è ancora alle prese con un caso da prendere con le pinze e tutte le contraddizioni derivanti da un clima multiculturale che non sempre viene accettato. Come in linea con altre opere dello stesso autore, il caso di cronaca è un invito a riflettere su pregiudizi, contrasti culturali e paure tutte italiane.La narrazione è articolata in prima persona, ma le voci che si alternano sono due: Enzo, impegnato a districarsi tra testimonianze fasulle e ricerca della verità, e Patrizia, ex consulente bancaria passata dall’altro lato della barricata e accolta dalla comunità rom. Laganà riflette amaramente sulla professione di giornalista, portandosi sulle spalle un cupo pessimismo riguardo la libertà d’espressione. La redazione di un giornale è «una caserma civile» e «la diffamazione è un reato solo per alcune categorie». Il giornalista non informa, ma vende informazioni.

Il lavoro di cronista di nera è molto simile a quello del pompiere. Ci chiamano entrambi nei momenti di emergenza per intervenire immediatamente. Tuttavia c’è una differenza sostanziale: se la missione dei pompieri è quella di spegnere il fuoco, a noi cronisti viene chiesto di buttarvi sopra benzina.

Travestito da sostenitore del quieto vivere, Enzo fa una critica feroce al sistema giornalistico italiano. Potevano essere parole messe in bocca a qualcunaltro, al teatrante attivista difensore dei più deboli, ma l’autore ha scelto il personaggio più comune per sventolare la bandiera del buon senso. Le strette maglie del sistema bancario hanno imbrigliato ogni sua spontaneità, Patrizia muore per rinascere come Drabarimos e dimentica chi è stata per la maggior parte della sua vita. Delusa, arrabbiata e determinata a fare giustizia (la sua personale e non quella del sistema), organizza un piano d’azione che va ad intrecciarsi con i soprusi di San Salvario.

La morale della favola è chiara: viviamo in un mondo fatto di protettori e protetti, di padroni e dipendenti, di capi e sottomessi. Insomma, una specie di giungla.

Enzo Laganà si troverà più coinvolto del previsto e posto inaspettatamente di fronte ad un bivio esistenziale: dare o no le dimissioni? Disintossicarsi dal mondo dei media o cercare di combatterlo al suo interno? Il confronto vien naturale: rifiutare la società in toto, come Patrizia ha lasciato i panni della bancaria in carriera e ha vestito quelli più variopinti e liberi dei rom, oppure mantenere il proprio ruolo assegnato e ribaltare le avversità dal proprio avamposto?Per entrambi è in corso una trasformazione, si segue quella corrente di Ezo e si riflette su quella appena avvenuta di Patrizia. Lui è una persona come tante, di buon cuore, ma senza il pallino di voler salvare il mondo; ha le sue idee, ma alla fine della giornata cerca semplicemente la formula più semplice per la tranquillità, mentre Patrizia è più schierata eticamente. Al lettore rimane da scegliere dove collocarsi, sicuro è che l’autore propone due modelli ugualmente validi.