Izzo, malinconie di un Sud meticcio
Autore: Santa Di Salvo
Testata: Il Mattino
Data: 5 febbraio 2015
Lo hanno descritto in molti modi, ma la definizione più bella spetta a Le Monde: «Jean Claude Izzo è un'emozione fondamentale, una insuperabile malinconia». Sono passati quindici · anni esatti dalla sua morte prematura, settanta dalla nascita, e il mito Izzo, sorta di culto esoterico per gli amanti del pensiero meridiano,è ancora vivo in tanti di noi. Perché Izzo il marsigliese, Izzo il «rital» figlio di immigrati, madre spagnola e padre di Castel San Giorgio, Izzo familiarmente detto Cloto, Izzo ragazzino che ascolta rapito papà Gennaro detto Francois che canta «Maruzzella», è lo stesso Izzo giornalista e scrittore che riabilita il Sud dei diseredati raccontando l'identità ricca e molteplice del meticciato, lo stesso poeta e intellettuale figlio di un mediterraneo «diverso», messo oggi in discussione dagli sbarchi di massa e dalle minacce dell'integralismo.
Del Panier, groviglio di vicoli della collina di Marsiglia, Izzo ha raccontato l'umanità calda e contorta riversandola sulla protagonista della sua celebre Trilogia. Fabio Montale (omaggio al poeta), il poliziotto di Casino totale, Chourmo e Solea. Una trilogia più famosa (e più bella) di quella di Stieg Larsson. E la malinconia di cui sopra, oggi più che mai, prende tutti noi a guardare quanto sono cambiate le città di mare una volta accoglienti, abbaglianti e sensuali come Napoli e Marsiglia, la cui.bellezza «non si fotografa, si condivide».
Nel doppio anniversario, dunque, torna in libreria in questi giorni, arricchita e ampliata da brevi testi inediti e alcune poesie tradotte per la prima volta, la bella e appassionata biografia di Stefania Nardini Jean Claude Izzo. Storia di un marsigliese, uscita cinque anni fa da Perdisa e oggi ripresa dalle edizioni E/O, che hanno in catalogo tutti i romanzi dello scrittore (pagg. 144, euro 15).«Biografia di atmosfere» l'ha definita qualcuno, perché Nardini si è calata in un lungo percorso di ricerca che l'ha coinvolta personalmente. A Marsiglia la giornalista era arrivata per cercare notizie e documentazione, a Marsiglia oramai vive da dodici anni, incantata da una città che è divenuta anche protagonista del suo recente romanzo Alcazar. Ultimo spettacolo. Un colpo di fulmine per uno scrittore e per una metropoli multiculturale in cui convivono ben sessanta diverse etnie, pacificamente finora.Nell'era Charlie Hebdo, questa è davvero una grande.sfida.
L'attualità dei romanzi di Izzo, in tutto cinque (oltre la trilogia ci sono Marinai perduti e Il sole dei morenti) è proprio nella sua profetica analisi, lucida e carica di pietas, dei drammi e delle contraddizioni di una società confusa che non sa più riconoscersi nei.suoi valori. Nel libro di Nardini, che si snoda come una narrazione in forma di romanzo, il tormentato percorso dello scrittore colpisce e stupisce il lettore contemporaneo. Prima militante di un movimento cattolico, poi pacifista, poi comunista, poi cane sciolto, Izzo vive fino in fondo il suo impegno civile. Allontanandosi dallo sdegno, con intima coerenza, quando anch'esso finisce per far parte dello spettacolo: «Ormai lo si serve come un aperitivo e poi si passa appresso. Sempre più velocemente». Certo, ai nostri tempi inquieti non può bastare più l'indignazione del noir mediterraneo. Ma davvero questa è stata solo una cifra stilistica per Izzo?
Camilleri, riscontrando una parentela molto stretta tra Salvo Montalbano e Fabio Montale, ha sempre negato che il suo amico Jean Claude sia stato uno scrittore costretto nel genere: «Una letteratura che riesce a mettere in luce un contesto socio-politico e socio-economico fa un salto di qualità enorme, comincia col diventare un romanzo di denuncia e non di genere. Se i lettori fossero più attenti ai messaggi del cosiddetto noir, forse avremmo una società leggermente migliore».