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Lena Divani, Sette vite e un grande amore

Autore: Olga Desiderio
Testata: Leggere Donna
Data: 16 gennaio 2015

«Se esistiamo è grazie all’amore degli altri. E appena gli altri non ci sono più, anche per noi giunge la fine». Questa citazione tratta dal libro della scrittrice greca Lena Divani, docente di storia della politica estera presso l’Università di Atene, condensa il significato che soggiace a questo racconto, dove il protagonista è un gatto, Zucchero, un batuffolo bianco di razza pregiata dagli occhi bicromi, che, giunto ormai alla sua settima vita, vuole incontrare una famiglia umana con cui condividere l’ultima fase della propria esistenza. E così inizia la sua ricerca, sì perché nella visione felina sono i gatti ad adottare le persone e non viceversa, finché decide di legarsi a Madamigella (tutti i personaggi sono denominati secondo il punto di vista del gatto), una giovane scrittrice che però all’inizio non si può certo definire una padroncina amorevole, anzi è piuttosto sgarbata e spesso, quando rientra a casa stanca dai suoi frequenti viaggi di lavoro, persino maltratta il povero Zucchero. Solo quando quest’ultimo, ormai anziano e malato, giunge al termine dell’ultima vita a sua disposizione, Madamigella inizia a cambiare atteggiamento nei suoi confronti, realizzando l’importanza che quel micione obeso ha assunto nella sua vita e scoprendo a poco a poco il legame speciale che li lega l’uno all’altra.
Durante le sue vite precedenti, Zucchero ne ha vissute di tutti i colori, ha accumulato un grande bagaglio di esperienze e convissuto con diversi padroni, imparando così a conoscere meglio la specie umana, creature piuttosto stupide, a suo modo di vedere, perché non sono ancora riuscite a capire gli animali e a comunicare con loro, mentre ci sarebbero tante cose da imparare da loro. La filosofia di fondo che percorre il romanzo può essere riassunta nel concetto degli “uomini matrioska”, con cui il gatto protagonista vuole indicare le mille sfaccettature della personalità, che non impediscono a un gatto di agire come un essere umano e viceversa. Alla fine però l’empatia è raggiunta, «il miracolo era avvenuto, si era finalmente trasformata in un gatto e [lui si era] finalmente trasformato in un essere umano».
Sette vite e un grande amore. Memorie di un gatto è insomma un libro dedicato ai gatti e a chi ama i gatti, e a chiunque abbia deciso di condividere la propria esistenza con un animale e chissà quante volte avrà pensato a come sarebbe bello imparare il loro linguaggio e vivere la vita dal loro punto di vista. Una storia al contempo allegra e commovente, scritta da un’esperta di tematiche sociali, che ci invita a riflettere anche sui legami tra gli esseri umani.