L’amica geniale di Elena Ferrante
Chi è Elena Ferrante? Non lo sappiamo con precisione o forse non ne abbiamo la minima idea. Non abbiamo nemmeno la certezza che si tratti di una donna benché la sensibilità che traspare dalle sue pagine appare senz’altro rivelatrice di una conoscenza viscerale dell’universo femminile.
Ma ne La frantumaglia lei sottolinea la scarsa importanza della figura dell’autore rispetto alla vita indipendente dei suoi libri e noi accettiamo di buon grado questa posizione già sostanzialmente paghi dell’effettiva potenza delle sue opere
La Ferrante ci aveva già ammaliato e conquistato con le atmosfere torbide de L’amore molesto e la devastazione emotiva de I giorni dell’abbandono ma con la fluviale narrazione di Elena e Lila in forma di quadrilogia, ci consegna una vera e propria saga, con lo sfondo di un’Italia in evoluzione dagli anni 50 ad oggi in cui domina una Napoli teatrale, sanguigna, implacabilmente viva.
L’amica geniale è il primo volume di una quadrilogia le cui protagoniste sono due donne legate da un’amicizia tormentata quanto irrinunciabile. Condurranno una vita profondamente diversa ma paradossalmente è (Lenù) Elena, colei che ha raggiunto il successo elevandosi nella scala sociale grazie a studi brillanti e un matrimonio prestigioso, ad apparire più irrisolta e insoddisfatta di Lila (Raffaella) pur sempre tormentata e comunque mai doma.
Si conoscono da piccolissime Elena e Lila, sono diversissime fisicamente, l’una rosea, bionda e morbida l’altra bruna e arruffata, magrissima, mediterranea, quasi selvaggia. Elena appare immediatamente stregata dalla personalità spigolosa di Lila e dalla sua sfolgorante intelligenza. Tiene a quell’amicizia con tutta se stessa e sopporta a fatica i comportamenti spesso indecifrabili dell’amichetta, talvolta misteriosa e inavvicinabile, altre volte capace di gesti straordinariamente generosi e inusuali, chiari segnali del suo spirito geniale.
Le due ragazze separeranno presto la loro esperienza comune perché, nonostante le sue doti spiccate e il suo grande desiderio di apprendere, Lila deciderà di abbandonare gli studi già dopo la scuola elementare. Al contrario, Elena proseguirà con successo il suo percorso scolastico ma mai smetterà di sentirsi goffa e inadeguata al cospetto dell’amica brillante e sempre più affascinante. I suoi risultati positivi le sembrano il frutto di una dedizione piatta e ottusa e non di particolari qualità che sono invece tutte concentrate nella sfuggente e caparbia Lila. Sullo sfondo di questo complesso meccanismo emotivo, si colloca una Napoli contraddittoria, misera e pericolosa ma anche ricca e affascinante che, a tratti, fagocita i personaggi e comunque sembra condizionarne le azioni.
Anche sentimentalmente Elena e Lila compiono scelte estremamente diverse. Elena si impegna in una realzione con un giovane operaio che la ama teneramente ma è segretamente innamorata di Nino, intellettuale in erba, del cui padre deve subire le molestie. Lila presto si avvia verso un matrimonio che le garantirà una invidiabile solidità economica ma una cinica rinuncia all’amore. Ed anche Nino diventerà un drammatico punto di contrasto tra le due amiche perché si innamorerá di Lila convincendo definitivamente Elena della sua inferiorità.
La storia è lunga e complessa, stracolma di dettagli e di sfaccettature, di episodi toccanti e di momenti dolorosi per entrambe le protagoniste che crescono e maturano tra decisioni per loro vantaggiose ma anche inevitabili errori dalle conseguenze drammatiche. Le molteplici vicende si dipanano in oltre duemila pagine totali nel corso della quadrilogia e nonostante lo scorrere del tempo le personalità di Lila e Lenù si confermano anno dopo anno nelle ancestrali caratteristiche che le avevano contraddistinte sin da bambine. Non è fondamentale addentrarsi negli infiniti meandri dello sviluppo della trama quanto invece è essenziale sottolineare come, alla fine, le due protagoniste, nonché la miriade di personaggi e famiglie di contorno, ci appaiano reali, vere, persone della nostra vita. Attraverso una scrittura sublime, Elena Ferrante ha plasmato delle figure che sentiamo dentro di noi con una intensità tanto potente da apparire quasi dolorosa.
Lila e Lenù esistono, ormai le conosciamo, non le dimenticheremo mai, vivono tra le pagine ma sono autentiche e non ci stupiremmo minimamente se un giorno ce le trovassimo di fronte, in carne e ossa.