Nelle viscere dell'amore (e del dolore) di due madri napoletane
Autore: Antonio D'Angiò
Testata: Zenit.org
Data: 29 novembre 2014
Quarto e ultimo volume della serie de L’Amica geniale intitolato “Storia della bambina perduta – Maturità, Vecchiaia” (1) scritto da Elena Ferrante.
Elena Greco (Lenù, voce narrante, scrittrice) e Raffaella Cerullo (Lina, qui imprenditrice nel settore dei computer per poi lasciare tutto), entrambe nate nell’agosto del 1944, nei primi mesi del 1981 pochi mesi dopo il terremoto campano, diventano entrambe nuovamente madri di due bambine (Imma, terza figlia femmina di Lenù con il nuovo compagno e Tina, secondogenita di Lina molti anni dopo il precedente figlio maschio, anche per lei con un secondo compagno).
Con entrambe alle spalle un matrimonio fallito, nel vecchio rione napoletano si ritrovano ad abitare una sopra l’altra, con il solo pavimento che ne delimita raramente i confini fisici, Lenù di ritorno da Firenze e Genova (dove viveva con il marito prima e con i suoceri poi, note famiglie di intellettuali progressisti) e Lina senza mai muoversi da Napoli.
L’improvvisa scomparsa di Tina (rapita?, uccisa?) in una domenica qualunque di metà anni ’80 nel popolare rione, fa sprofondare Lina in un dramma senza fine che ne sconvolge il corpo, il carattere, le relazioni e che la Ferrante sa narrare come già avvenuto anche in precedenti romanzi, come “La figlia oscura”.
Proprio “La figlia oscura” (2) appare come il nucleo dal quale molte situazioni vengono poi ampliate, rappresentate meglio per trovare coerenza ne “Storia della bambina perduta”. Come se quel libro fosse stato il nucleo dal quale poi esplicitare meglio tutto il resto trovandovi i riferimenti agli stessi nomi (per esempio Elena, Rosaria), alle stesse città (Napoli, Firenze), agli stessi simboli (le bambole) alle stesse dinamiche relazionali (famiglie in crisi e figlie di sesso femminile), alle stesse realizzazioni professionali come il proseguimento negli studi delle figlie oltreoceano insieme ai padri separati.
I fatti storici (terrorismo, camorra, corruzione politica) fanno da contorno ne “La storia della bambina perduta” alle vicende lavorative e affettive dei personaggi come se servissero ad aggiungere dei dettagli, dove il periodo post terremoto diventa il momento della frattura nel quale la protagonista perde la madre ma diventa nuovamente madre assimilandone certo un piccolo difetto fisico nella postura ma riconciliandosi anche idealmente con essa dopo una vita di aspre discussioni.
Il libro, disponibile da fine ottobre (casualmente in contemporanea con il trentennale della morte di Eduardo De Filippo) ripropone anche la forza narrativa di quelle madri napoletane che pur nelle avversità, negli errori e nel dolore rimangono il cardine familiare. Lenù e Lina sono ideali prosecuzioni di Filumena, Amalia, Concetta tratteggiate nelle opere eduardiane dove in particolare la famiglia non è mai un unico nucleo ma si incrocia con quello dei vicini e dei familiari facendone perdere i confini.
Nelle pagine conclusive del libro, poco prima di trasferirsi definitivamente a Torino per dirigere una piccola casa editrice (estate 1995) e lasciare quindi Napoli, così commenta amaramente Lenù: “Che grave negligenza era stata nascere e vivere a Napoli senza sforzarmi di conoscerla. Stavo per lasciare la città per la seconda volta, ci ero rimasta complessivamente per trent’anni pieni della mia vita, e tuttavia del luogo dove ero nata non sapevo granché”.
Elena Greco, scrittrice ed intellettuale, dalla sua casa e nel suo rione è partita direttamente per l’Italia e per il mondo, utilizzando la narrazione per descrivere la realtà, per essere punto di riferimento di un mondo sociale e femminile, per poi scoprire che la dedizione quasi maniacale per la famiglia e per il suo lavoro le ha impedito di vedere intorno a sé, quella città che l’ha plasmata e che avrebbe potuto fornirle chiavi di interpretazione diverse da utilizzare nei suoi racconti e nei suoi interventi se solo avesse avuto la curiosità di viverla.
Oramai sola, in un’altra città, con Lina scomparsa e con le tre figlie all’estero, a quasi settant’anni di età, anche se in compagnia di un cane e di una riacquisita notorietà di scrittrice tramite il libro che racconta della sua amicizia con Lina, Lenù non sembra più l’amica geniale ma resta solo, intimamente, la testimone superstite.
NOTE
1) Il libro è di 451 pagine ed ha un costo di € 19,50 (scontato a 16,57 € se acquistato online dal sito della edizioni e/o). Per riprendere i tre volumi precedenti possono essere consultate le recensioni apparse su ZENIT il 2 settembre 2012 per “L’Amica Geniale – Infanzia, Adolescenza”, il 24 novembre 2012 per “Storia del nuovo cognome – Giovinezza” e il 2 dicembre 2013 per “Storia di chi fugge e di chi resta – Tempo di mezzo”.
2) Il libro è stato pubblicato nel 2006 sempre dalla casa editrice e/o.