Negli Usa, al pari di altri scrittori, c’è tantissima curiosità per la misteriosa autrice napoletana
Anche Nick Hornby va pazzo per elena Ferrante. Lo conferma lo stesso scrittore di Febbre a 90° in un’intervista su Internazionale.it. «Sono il tipico lettore madrelingua inglese. Da noi i libri tradotti sono pochi, e non abbiamo idea di cosa c’è d’importante all’estero. Ogni tanto qualcosa passa e diventa un caso letterario. Magari anziché un premio Nobel è Uomini che odiano le donne, ma è sempre un fatto straordinario. Qui negli ultimi mesi tutti parlavano di Karl Ove Knausgård – almeno, ne parlavano tutti gli scrittori e i lettori molto seri. Ho appena cominciato a leggere Elena Ferrante, le sta succedendo un po’ quel che è successo a Knausgård l’anno scorso, se ne parla molto. Però in fin dei conti è vero, leggo pochissimi libri tradotti, non ho scuse e me ne vergogno. Il grande problema è che non so esprimere un giudizio su un libro straniero».
«Per voi continentali - afferma Hornby - è più automatico, siete abituati: vedete i film doppiati e se volete leggere letteratura popolare dovete leggere libri tradotti. Ma noi se qualcosa è tradotto pensiamo subito che sia arte, roba seria, per intellettuali, e nel 99,9 per cento dei casi è davvero così, al cinema come nella narrativa».