Elena e Lila, la maturità e il finale dell'Amica geniale
Autore: Silvana Mazzocchi
Testata: Repubblica Sera
Data: 20 novembre 2014
Incipit. A partire dall’ottobre 1976 a fino a quando nel 1979, non tornai a vivere a Napoli, evitai di riallacciare rapporti stabili con Lila. Ma non fu facile. Lei cercò quasi subito di rientrare a forza nella mia vita e io la ignorai, la tollerai, la subii. Anche se si comportava come se non desiderasse altro che starmi vicina in un momento difficile, non riuscivo a dimenticare il disprezzo con cui mi aveva trattata.
Trama. Con Storia della bambina perduta, la maturità, ha termine L’Amica geniale, la quadrilogia dedicata all’amicizia tra Elena e Lila, bambine negli anni Cinquanta in un rione di una Napoli povera e feroce, popolato da famigliari, amici e uomini violenti, donne protettive e, insieme, ostinatamente succubi. Le ragazzine crescono ribelli; una, Elena (Lenù), si rivela brillante negli studi e diventa, a prezzo di enormi e contraddittorie fatiche, una colta scrittrice. Mentre Lila, forte della sua indole decisa e versatile, rimarrà punto di riferimento del rione. Necessario richiamarsi al primo volume della quadrilogia: siamo nel 2010, Lila sparisce ed Elena mette insieme quel che ricorda dei loro sessant’anni. E scrive: di sé, della sua amica, della loro amicizia, mentre tutti gli altri genitori, mariti, ex fidanzati e amanti restano nel ruolo di comparse.
In Storia della bambina perduta Elena e Lina si ritrovano. Elena ha viaggiato, cambiato città, per tornare infine a Napoli dove va a vivere con Nino, che in passato è stato anche un amore di Lila e che ha una moglie e due figli con cui ancora si divide. Lenù ha due bambine Dede e Elsa; Lina ha invece un compagno, Enzo, e il figlio avuto dall’ex marito. Entrambe ora si trovano ad affrontare una nuova gravidanza. Non possiamo rivelare la conclusione della quadrilogia anche perché il senso dell’intera storia è tutto giocato intorno al titolo complessivo L’amica geniale. Lila, è lei che produce, guida e crea, mentre Elena, che studia e lavora con le parole, la racconta.
Stile. È Elena l’io narrante della saga. Una storia privata che va avanti attraverso i decenni, sullo sfondo di un’Italia che cambia: dal Dopoguerra agli anni dello sviluppo economico, i cambiamenti sociali, il periodo buio del terrorismo, le speranze, le disillusioni dei decenni successivi, il nuovo millennio. Il racconto è fluido e offre dettagli quasi minuziosi, con uno stile che lascia chi legge libero di volare con le proprie ali.
Pregi e difetti. Di qualche giorno fa la notizia che L’Amica geniale di Elena Ferrante (com’ è noto pseudonimo di un’identità sulla quale si sono moltiplicate le ipotesi, ma che è rimasta senza volto) arriverà in Tv per Fandango-Rai Fiction e che la squadra di sceneggiatori sarà guidata da Francesco Piccolo. Ci si chiede come potrà essere esportata sullo schermo la complessità di un’amicizia che, nella cornice di un affetto profondo, vive perennemente tra alterchi e tensioni: Lila ed Elena due donne, due teste, due destini, ma l’una sempre in relazione con l’altra, come fossero una soltanto.