Nel mare azzurro “immobile e trasparente che si potevano contare le conchiglie sul fondo di sabbia dorata”, mare della storia e del mito, della speranza e della tragedia, si ritrovano due maestri della scrittura e del disegno per narrarne con parole e illustrazioni una fiaba dal sapore antico con una voce moderna. Massimo Carlotto e Alessandro Sanna con “La via del Pepe – finta fiaba africana per europei benpensanti” (edizioni e/o pag.41, euro 9,50) ripercorrono il viaggio del diciannovenne africano Amal, a bordo di un peschereccio diretto a Lampedusa. Amal, che in arabo significa speranza, “seduto a prua aveva la testa piena di sogni e la certezza che quella bellissima giornata fosse un segno della benevolenza di Dio” stringe i cinque grani di pepe donati dal nonno, Boubacar Dembélè,il saggio e guaritore, narratore delle storie della settima via del pepe. Il pepe faceva di lui “il personaggio più autorevole della spedizione”. Ma quel vecchio legno che aveva solcato il mare in lungo e in largo cede al peso dei profughi, ed i tanti compagni di viaggio di Amal si inabissano “sembrava danzassero sul fondo con le mani alzate verso l’aria, il cielo, la vita”.Per Amal comincia un colloquio con la morte che, sinuosa e trasparente emerge dalle acque e vorrebbe attirarlo a sè ma è attratta e distratta dalla musica che il vecchio nonno le fa arrivare per soccorrere Amal.Mentre la morte e Amal discutono, sulla terraferma Boubacar Dembélé si rivolge alla luna, sua confidente e trova il compromesso che terrà in vita la sua genìa. Carlotto punta l’attenzione sulla Morte e sul filo sottile che la separa dalla vita. La via del pepe ha regalato tante vittime alla morte ma qualcuno però si è salvato ed è stato chi ha avuto sperando e tornando a terra ha combattuto anche contro l’incredulità ed il pregiudizio ed è tornato alle sue radici con lo sguardo puntato verso la luna, verso il futuro.
http://www.strill.it/rubriche/strillibri/2014/11/l