Una squadra speciale, la Red, addestrata a svolgere indagini attraverso metodi poco ortodossi, in particolare servendosi dell’ipnosi per “estorcere” agli involontari testimoni i dettagli d’ambiente e d’azione concomitanti al luogo e al momento del delitto perpetrato.
In parole povere: un calcio in culo alla privacy pur di arrivare alla verità.
Ma fin dove è giusto spingersi per ottenerla? Si può veramente parlare di giustizia, se a farne le spese sono innocenti la cui psiche può essere gravemente danneggiata da queste incursioni mentali?
Il detective Vincent Tripaldi non ha dubbi in proposito, per lui ogni mezzo è lecito e non esita a servirsene. Così non è stato, però, per il suo gemello Nicolas, ex-membro della Red, del quale gli rimangono solo due serpenti all’apparenza identici reclusi in un terraio e un passato da cancellare. Il professor Basile, fondatore della Red, è anche lui convinto che il fine giustifichi i mezzi, e così pure Sara, Leo e Naima, gli altri agenti della squadra.
Ma quando uno di loro viene trovato morto la faccenda prende una brutta piega e Vincent deve scontrarsi con un intrigo insospettabile, che lo vede marionetta in mano a cervelli fini che se ne servono per le proprie subdole manovre politiche.
L’equilibrio tra giustizia e potere viene inevitabilmente meno, ma l’ingresso nella squadra del singolare Francesco Oberdan, un concentrato di astuzia e antipatia che ne fa un individuo scomodo per tutti, porterà a galla l’insana verità.
Un bel thriller, un’ambientazione noir distopica di una città che non viene mai nominata ma che si subodora possa essere Roma, con quella ruota panoramica abbandonata posta in riva al mare a seguito di un disastro naturale che ha divorato chilometri di costa fino all’entroterra, un gigante di ferro arrugginito che veglia come un guardiano stanco su una terra lorda di pattume e ingiustizie.
Il Terzo Occhio approva e assegna quattro coltelli.