Si chiama Elena Ferrante e, oltre a essere il caso letterario per eccellenza degli ultimi anni, osannato dal New York Times per intenderci, è uno pseudonimo che nasconde una narratrice con la N maiuscola, che sa parlare di donne alle donne.
Senza mai svelare la propria vera identità. Un recente, approfondito articolo sul New Yorker tesse le lodi di Elena Ferrante, attraverso la penna del noto critico James Wood, ripercorrendone la carriera letteraria da quel lontano 1991, anno del suo primo romanzoL’amore molesto (edizioni E/O), da cui è nato l’omonimo film di Mario Martone.
Da allora, dopo tante pagine scritte e lette i
n tutto il mondo, non si sa praticamente quasi nulla dell’italiana (questa è una certezza) Elena Ferrante: niente sul suo volto, niente dettagli di vita, solo qualche vago accenno, in rare interviste e lettere, se non le origini napoletane e un'esistenza trascorsa per lunghi anni all’estero. L'autrice della quadrilogia cominciata conL’amica Geniale si è distinta, opinione unanime delle recensioni italiane e internazionali, come una delle più grandi narratrici del nostro tempo: parlano di lei tutti i giornali italiani, la intervista Vogue America in un servizio eccezionalmente privo di immagini, senza mai rivelare il suo vero nome. Nessuna concessione alla vanità terrena: “I libri devono essere a sé stanti, non hanno bisogno del loro autore - ha dichiarato Elsa Ferrante- anzi a volte conoscere l’autore di un'opera le preclude la possibilità di essere giudicata liberamente”.
In una lettera che inviò all’editore del primo romanzo, la misteriosa scrittrice spiega: “Una volta scritti [i libri, ndr], non hanno bisogno dei loro autori […] Io amo molto i volumi misteriosi, antichi e moderni, che non hanno un autore preciso, ma che hanno avuto e continuano ad avere un’intensa vita propria”.I suoi romanzi, tutti pubblicati da E/O edizioni, si dividono in due filoni.Uno è composto da L’amore molesto, I giorni dell’abbandono (2002) e La figlia oscura (2006), da poco raccolti in un unico volume intitolato Cronache del mal d'amore (2012).
L’altro filone narrativo annovera L’amica geniale (2011) e il suo recente seguitoStoria del nuovo cognome, una saga ambientata nella Napoli dei rioni popolari, che racconta le vite e il rapporto di amicizia tra Lila e Lelù, dall’infanzia all’adolescenza, fino all’età adulta.
In ogni romanzo di Elena Ferrante la voce narrante è quella di una donna, e ogni volta le trame, anche se ricche di elementi di fantasia, sembrano scaturire da episodi, spunti, eventi personali dell’autrice.L’attenzione all’universo femminile e unanarrazione impeccabile e avvincente, che non ha paura di scandagliare le profondità dell’animo umano hanno reso Elena Ferrante un’autrice letteralmente adorata dal pubblico femminile: la sua abilità nel descrivere le complesse sfumature dell’amicizia tra donne, tra bambine, tra ragazze, quel mix di amore e odio, di complicità e competizione che accomuna Lila ed Elena-Lenù per tutta la quadrilogia de L’amica Geniale e che solo chi ha avuto una ‘migliore amica’ può comprendere. Ma la sensibilità femminile emerge ne I giorni dell’abbandono (anch’esso diventato un film di successo), in cui si narra la storia di una donna che deve affrontare la disgregazione della famiglia dopo il tradimento del marito.