Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

"Così il mistero Ferrante conquista anche gli Usa"

Autore: Annarita Briganti
Testata: Repubblica Sera
Data: 11 novembre 2014

Abbiamo intervistato Sandro Ferri di e/o e ci ha detto chi è Elena Ferrante. No, non è vero, anche se in fondo alla nostra conversazione troverete
qualche indizio in più sulla scrittrice fantasma, presen- tissima da anni nelle nostre classifiche, ora esplosa a New York e quindi nel centro del mondo culturale, ma senza nome, volto, voce, se non quella letteraria. Un boom nel mercato anglosassone, raro per un autore ita- liano, che si accompagna all'annuncio di una serie tele- visiva, tratta dai quattro volumi della saga dell'Amica geniale. Il produttore è Fandango con Rai Fiction. A gui- dare il team degli sceneggiatori c'è il Premio Strega Francesco Piccolo. Sono previsti sei episodi di un'ora e mezzo l'uno, che è tanto lavoro.
I numeri parlano chiaro. Quella della Ferrante, l'equiva- lente italiano del Pulitzer Elizabeth Strout, anche nel passaggio dalla carta alla tv, è la saga più venduta nel mondo.
I primi tre volumi - L'amica geniale, Storia del nuovo cogno- me e Storia di chi fugge e di chi resta - hanno raggiunto 180.000 copie in Italia e 130.000 negli Stati Uniti. Il quar- to ed ultimo libro, Storia della bambina perduta, è appena uscito da noi, in 30.000 copie, e sarà pubblicato a settem- bre 2015 in inglese. In Francia il suo editore è Gallimard. Dalla Sanità, quartiere napoletano tristemente famoso, la storia dell'amicizia tra Elena (o Lenù) e Lina (o Lila) è arrivata anche in Danimarca, Svezia e Norvegia. Non c'è scrittore americano che, dopo un'intervista, non ti chieda chi diavolo sia quest'autrice così potente per il coraggio della crudezza, già apprezzato nell'Amore molesto, poi film di Mario Martone, e nei Giorni dell'abbandono, porta- to sul grande schermo da Roberto Faenza. Del caso Ferrante si è occupato tutto il circuito letterario che conta. Da Publishers Weekly a Esquire, ogni giornale o blog di New York e il domenicale del Guardian, che ha messo i suoi libri in copertina perché non esiste una sua foto. Ferri, come avete fatto ad andare in classifica in America con dei romanzoni tipicamente italiani? Il New York Times li ha definiti manzoniani.
<<Dieci anni fa con mia moglie Sandra Ozzola abbiamo fondato Europa Editions. La versione in inglese di e/o, una casa editrice indipendente per un mainstream di
qualità. Pubblichiamo sul mercato anglosassone scrittori europei, che altrimenti non sarebbero tradotti o valoriz- zati. La letteratura straniera va portata fuori dal ghetto delle case editrici universitarie. Le ragioni del caso Ferrante sono molte. Prima di tutto la critica, che negli Stati Uniti funziona, è un sistema serio d'informazione sui libri. Le recensioni sono più meditate, hanno più spa- zio, altrove non le vedo così forti. E poi c'è la resistenza delle librerie indipendenti, che arginano l'editoria da supermercato, dove la Ferrante non si trova, e il mono- polio di Amazon>>.
Con la saga dell'Amica geniale si è attivato un passaparola upperclass. Come ci siete riusciti?
<Curando molto la traduzione. Quella di Ann Goldstein, che traduce da anni la Ferrante, è perfetta. In più, lavo- rando lei a New York, ha potuto presenziare a talk show e dibattiti al posto dell'autrice. La Ferrante è letta da tutti gli scrittori americani. Sono suoi sostenitori Alice Sebold, autrice di Amabili resti, la Strout, un fan a sorpresa come Amitav Ghosh e Jhumpa Lahiri, che invidia la sua capacità di sottrarsi alla ribalta. Aiuta a scrivere più liberamente>.
Piccole donne crescono nella Napoli tra gli anni '50 e '80. Il femminile è la chiave del successo ferrantiano in Italia e ali'estero?
<<La Ferrante è nuova con uno stile tradizionale, il che è uno schiaffo infaccia al tempo dei social, fa scattare il transfert con i lettori, in particolare con quelli stranieri. Una classicità di scrittura e di modo di affrontare la vita che l'ha fatta paragonare a Jane Austen e mi sembra l'accostamento che funzioni meglio. Temi personali, l'amicizia, l'amore, la realizzazione, in un'epoca complicata. La consapevo- lezza che il cambiamento sociale è in mano alle donne, il mondo sarà salvato da voi. Noi maschi andiamo a rimor- chio, quando non remiamo contro>>.
Quanto vi ha fatto gioco l'identità segreta di Elena Ferrante?
<All'inizio poco, l'autrice ha rifiutato premi importanti, televisione, radio. Concede rare interviste con risposte scritte per email, passando attraverso me e mia moglie, la persona che le è più vicina, quotidianamente a contatto con lei. Sandra l'ha scoperta 23 anni fa con l'Amore mole- sto, un manoscritto arrivato da un'amica comune. L'ha seguita, incoraggiata e spinta quando la Ferrante non voleva scrivere più dopo I giorni dell'abbandono. Ma non c'è un patto segreto o un'operazione costruita a tavolino per cui tra tot di anni diremo chi è. Per scrivere con la sua sincerità e ferocia è meglio non essere sotto i riflettori>>. PS. Consiglidi lettura per le vacanze di Natale: i quattro romanzi dell'Amica geniale e La frantumaglia, il memoir alla Virginia Woolf, in cui la Ferrante racconta la sua esperienza di serittrice.