Il re dei critici gastronomici, colui che ha saputo elevare la prosa applicata alla descrizione del cibo a livello dellarte, il personaggio capace con una sola frase di distruggere la reputazione di uno chef o di aprirgli le porte del gotha dei cuochi più celebrati, sta morendo.
Per tutta la vita è stato un uomo tirannico ed egocentrico, sommamente indifferente verso la devotissima moglie trattata sempre alla stregua
di un bel soprammobile , freddo con i figli, sprezzante nei confronti di chiunque non riuscisse a mostrarsi alla sua altezza; forse solo il nipote Paul ha saputo entrare nelle sue grazie. Ora, mentre si consumano i suoi ultimi giorni, tutti coloro che lo circondano assistono al suo lento venir meno con differente stato danimo, ma sempre soggiogati dalla sua ingombrante personalità: la moglie Anna, a lui sottomessa fino alla fine, sente crollare tutto il suo mondo, quel castello di illusioni e speranze mai realizzate su cui si reggeva il suo affetto; i figli bruciano dodio e damore per lui, colpevole di averli trasformati in adulti mediocri e insicuri con la costante negazione della sua stima e della sua considerazione; i colleghi guardano alla sua fine ancora pieni di ammirazione e di un certo timore reverenziale; la grande cuoca che è stata anche sua amante lo ricorda con simpatia, un po di rancore e un pizzico di gratitudine; soltanto i suoi animali domestici sembrano solidali fino in fondo con il loro padrone. Ma egli bada poco a tutto questo. Il suo essere è completamente assorbito dal tentativo di recuperare la consapevolezza del sapore archetipico che sta allorigine di tutta la sua carriera e di tutta la sua straordinaria sensibilità per il cibo, lunico sapore in grado di scatenare lestasi assoluta delle sue papille gustative e di fondersi in maniera divina con lessenza stessa del suo essere. Con unultima illuminazione lo ritroverà, prima di spegnersi, laddove mai nessuno avrebbe sospettato che potesse annidarsi.
Estasi culinarie è il primo romanzo di Muriel Barbery, scritto alcuni anni prima dello straordinario successo dellEleganza del riccio e già pubblicato nel 2001 da Garzanti con il titolo Una golosità, è un piccolo gioiello. La lettura non stanca mai, il filo della narrazione è svolto con delizioso brio e ogni pagina è fonte di nuove sorprese. Nellalternanza della voce del protagonista e di quella di tutti coloro che gli orbitano intorno e lo vedono morire, vengono definiti con tocco delicatissimo sensazioni e sentimenti contrastanti, aspirazioni e desideri inconciliabili. E per sublime, paradossale ironia, mentre tutti proiettano i loro nobili sentimenti sullo sfondo dei valori eterni delletica o ripercorrono la trama infinita e tenace degli affetti, il morente insegue ciò che sembra più futile, ma a ben vedere è lanima stessa della vitalità: la soddisfazione assoluta dei bisogni del proprio stomaco, lappagamento di un piacere urgente e vorace che si consuma nellattimo stesso in cui viene realizzato. E proprio nella riscoperta di quel piacere fugace ma ineguagliabile, in punto di morte egli sperimenta limpressione di aver conosciuto la vera identità di Dio.