A pochi giorni dall'uscita dell'ultimo libro di Elena Ferrante, Storia della bambina perduta, sposto l'attenzione sui uno dei primissimi lavori, I giorni dell'abbandono, sempre edito da e/o. Ho pensato che fosse inutile rimandarne la lettura anche perché ho visto più volte il film omonimo di Roberto Faenza. Inizialmente il libro non mi aveva entusiasmato (quel giorno avevo qualche problema con il mio cervello!), poi mi sono dovuta ricredere e ho ritrovato la mia scrittrice preferita.
Vi dico che potete trovare qualche ulteriore traccia e dettaglio nella
Frantumaglia, quella
«postfazione un po' densa
» a cui la Ferrante ha affidato le proprie confessioni personali e narrative.
I giorni dell'abbandono è un fulmine a ciel sereno, un furore di rabbia e nervi che si materializza realmente in parole, un'incursione profonda in un'emotività quasi carnale. Attraverso una scrittura analitica e dilagante, la scrittrice riesce a far esplodere sulla pagina quel travolgere di sentimenti che vede in Olga, la protagonista, un io infranto e dolorante. Elena Ferrante è la sacerdotessa dell'animo femminile. Punto.
http://littlemissbook.blogspot.it/2014/11/i-giorni-dellabbandono-di-elena-ferrante.html