Sui tasti dei pianoforti che costruiva il capostipite della famiglia Alt sono nate le melodie di Mozart, Haydn e Beethoven. Comincia con il racconto, orgoglioso, di un uomo che è stato lo strumento...
Sui tasti dei pianoforti che costruiva il capostipite della famiglia Alt sono nate le melodie di Mozart, Haydn e Beethoven. Comincia con il racconto, orgoglioso, di un uomo che è stato lo strumento per la migliore musica il libro "La melodia di Vienna" di Ernst Lothar, un classico della letteratura austriaca riscoperto recentemente dalla casa editrice e/o all’interno della collana "Gli intramontabili".
Dentro c'è tutto, anzi, come dice il curatore Giulio Passerini, dentro le melodie di Vienna ciascun lettore troverà qualcosa per sé, in cui riconoscersi.
E' la storia di tre generazioni, dal 1888 al 1945, che si intreccia con la storia dell'Austria. Tutte le piccole vite, vissute o sprecate, di ogni personaggio hanno un legame con i grandi avvenimenti. Così, se il capostipite della famiglia ha forgiato pianoforti per i geni della musica classica, la giovane Henriette, futura moglie dell'unico erede che ha continuato la tradizione di fabbricare pianoforti, custodisce il segreto amore per Rodolfo D'Asburgo, il figlio di Francesco Giuseppe (imperatore asburgico e marito di Elisabetta, meglio nota come Sissi), morto suicida. E, a sua volta, il primogenito di Henriette, Hans, si ritrova a sostenere l'esame per la scuola d'arte insieme ad un giovanissimo e, già follemente ribelle, Adolf Hitler.
Gli intrighi a corte si vivono sulla pelle e sui rimorsi di coscienza della grande famiglia: i sentimenti, le passioni, le relazioni di ghiaccio, i figli illegittimi e le guerre si concentrano tutti, all'ennesima potenza, in quella grande casa costruita dal patriarca Alt per i figli e per i nipoti, un alloggio nobiliare di tre, poi quattro piani, al numero 10 della Seilerstätte, su cui svetta un angelo nudo (l’angelo musicante) che sorregge la tromba come fosse una lancia.
"La melodia di Vienna" è la storia, quella dei fatti universali, che entra prepotentemente nei piccoli fatti quotidiani di una famiglia; sullo sfondo un paese, l'Austria, che deve fare i conti con il declino di un impero, con la perdita di una guerra, con una civiltà e una cultura che si stanno sgretolando.
«Dunque, più che un libro, un mondo - come afferma il curatore Giulio Passerini - Lothar è uno scrittore dotato di una penna straordinaria, capace di costruire una trama avvincente e di calarsi nelle profondità psicologiche dei personaggi senza rinunciare a illuminare tutto quello che gli sta intorno, dalla politica alla storia, al costume. La grandezza di quest'opera risiede nella sua ambizione: raccontare un'epoca e un intero mondo, non solo una storia».
Leggendolo, sembra di assaporare un po' il tormento di "Madame Bovary", il dubbio di "Delitto e castigo", le tempeste storiche e umane di "Guerra e pace". Senza mai annoiarsi o perdere una pagina perché ogni personaggio è descritto con una lente d'ingrandimento che ce lo fa sentire vicino come se stesse per sbucare dalle pagine.
«La prerogativa dei classici - sostiene Passerini - è quella di parlare a tutti e a ciascuno in modo diverso, anche molti anni dopo che le sue pagine sono state scritte».
“La melodia di Vienna” è uno degli ultimi successi editoriali di e/o e non stupisce visto che il curatore sceglie le "sue" storie così: «Mentre leggo mi sforzo di sentire la voce del libro, come mi parla, cosa ha da dire, a chi potrebbe parlare. Se questa alchimia funziona, il libro va avanti...» E, aggiungiamo, comincia allora il suo cammino.
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