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L'Olimpo di Putin

Testata: Parla della Russia
Data: 27 ottobre 2014
URL: http://parladellarussia.wordpress.com/2014/10/26/lolimpo-di-putin/

C’è un quartiere, nella periferia di Mosca, dove la normale atmosfera “moscovita” lascia il passo alle auto di lusso, alle ville circondate da muraglie di sei metri e da alti funzionari governativi che sfrecciano all’interno di Mercedes nere con la loro scorta. Questa zona si chiama Rublëvka. Ed è proprio da questo quartiere che l’autore del libro, Valerij Panjuškin, parte per un’indagine a tutto tondo sul mondo dei nuovi oligarchi russi. Si perché in Russia il vero potere si ottiene con i Soldi (con la S maiuscola, come ci fa notare il nostro autore) e con niente altro.

Con un taglio decisamente giornalistico, Panjuškin ci porta all’interno di queste ville, nei parchi che le circondano, nei ristoranti esclusivi e nelle vite di questi nuovi oligarchi: petrolieri, banchieri, proprietari di televisioni, che cercano solamente una cosa: i Soldi. L’autore di questo reportage di ben 216 pagine immagina questo mondo come un gioco, le cui regole non scritte ma severamente seguite da tutti – tranne che dai trendestter che invece le regole le fanno – sono ampiamente illustrate in diversi capitoli. Il libro è suddiviso in quattro aree – introduzione al gioco, pomeriggio, sera e notte – per descrivere questa società come se l’inchiesta fosse stata condotta nell’arco di una giornata, scandita da incontri, rivisitazioni storiche ed un’impressionante mole di aneddoti, storielle, stralci di intervista che lui stesso ha effettuato nel corso delle indagini necessarie a scrivere questo libro. E nel dipanare la sua matassa, Panjuškin cerca di capire come funziona questo gioco perverso all’interno della nuova oligarchia, tra feste, auto di lusso, gioielli e tutti quei “cimeli” che il vero giocatore deve avere per vincere nel gioco. Questo libro dipinge un quadro nient’affatto incoraggiante nei confronti della nuova società russa. Un quadro composto da corruzione, assenza di regole morali, tutto volto al dio denaro ed a quello che il dio denaro può regalare ai suoi adepti. In altre parole, una descrizione nuda e cruda del più bieco capitalismo occidentale. Il libro parte benissimo: con questo taglio giornalistico che ti lascia intendere che più andrai avanti, più dettagli riceverai e maggiore sarà la soddisfazione di scoprirli. Purtroppo le cose non vanno proprio così: ad un certo punto – a me è successo verso metà libro – la curiosità cede il posto alla noia, perché si viene letteralmente sommersi da un mare di aneddoti, di esempi, di tizio che ha fregato caio ma a sua volta è stato mandato in galera da sempronio che tizio manderà in rovina. Il piacere della lettura a questo punto si affaccia ad intermittenza, e mi è capitato più volte di sbirciare il numero di pagina e calcolare quanto mancasse alla fine. Peccato, poteva andare meglio. In sostanza, se volete scoprire cosa c’è dietro l’invasione russa in Italia, come fa un singolo individuo ad organizzare gite in Sardegna elargendo assegni a cinque cifre come se fossero noccioline, cosa orbita intorno al Capo dei Capi il cui nome è Vladimir, questo è un libro che si deve leggere. Reprimendo, talvolta, qualche sbadiglio.