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Leo, quando la camorra finisce in commedia

Autore: Diego Del Pozzo
Testata: Il Mattino
Data: 7 ottobre 2014

Il Napoli Film Festival ha assegnato domenica sera i suoi premi, ma prosegue fino a domani tra incontri e retrospettive. Protagonista stasera, alle 21 al Metropolitan, è Edoardo Leo, quarantaduenne regista e sceneggiatore, ma soprattutto attore, beniamino del grande pubblico, soprattutto giovanile, grazie a «Smettoquando voglio», scoppiettante e intelligente commedia d’esordio del salernitano Sydney Sibilia, della quale è protagonista. Moderato da Fabrizio Corallo,stasera Leo ripercorrerà la sua carriera davanti e dietro lo schermo, raccontando una gavetta fatta tra tv, teatro e cinema con ruoli pian piano sempre più importanti e poi il passaggio anche dietro la macchina da presa.
Da qualche settimana, infatti, ha terminato le riprese del suo terzo film da regista.
Intitolato «Noi e la Giulia» e tratto dal libro di Fabio Bartolomei «Giulia 1300 e altri miracoli», il film è stato girato durante l’estate quasi interamente a Matera ed èscritto dallo stesso regista assieme a Marco Bonini.
Nel cast, accanto a lui, ci sono anche
Luca Argentero, Stefano Fresi, Claudio Amendola, Anna Foglietta e Carlo Buccirosso,nei panni di un bizzarro e improbabile camorrista. «Il tono generale del film –ha spiegato Leo – è quello di una commedia, ma stavolta ho deciso di introdurre nella trama anche un tema sensibile come quello della camorra. Ho scoperto il libro di Bartolomei da semplice lettore e ne sono rimasto folgorato. Così, ho deciso di portarlo sulgrandeschermo per quello che vorrei fosse il mio film dellamaturità,ilpiù impegnativo e pazzo ».
In «Noi e la Giulia» (nei cinema italiani dal 9 gennaio
2015), Leo racconta la storia di quattro quarantenni sfigati, che fuggono dalla città per aprire un agriturismo in campagna, in un’area al confine tra Campania e Basilicata sotto il controllo della camorra. «I quattro cominciano i lavori con grandi sacrifici, ma un giorno alla loro porta bussa un camorrista vestito come Tony Manero ne “La febbre del sabato sera”. Questo,però, è soltanto l’inizio, poiché le conseguenze delle azioni dei protagonisti saranno imprevedibili».