Alcune vite talvolta assomigliano a romanzi fantastici: è proprio ciò che accade con questo racconto che trae ispirazione da vicende realmente vissute dai marinai delle isole Andros, Cefalonia, Tinos, Corfù e della città di Chania, storie che la penna sapiente dellautrice ha saputo cucire insieme. Il libro di Ioanna Karistiani che ha vinto il premio 2007 per il miglior romanzo in lingua greca si apre col rogo epico che nel 1922 cancellò per mano turca la Smirne greca, un dolore collettivo difficile da dimenticare, da cancellare. Ma la vita continua. Ecco quindi emergere dalla spuma del mare il protagonista del racconto, il capitano Mitsos Avgustìs, che in seguito ad una breve e deludente esperienza vissuta sulla terra ferma si ritira sul suo cargo, lAthos III (il riferimento al monastero non è casuale), dove vivrà per circa un sessantennio, rifiutando di scendere a terra per ben dodici anni consecutivi. Un autoesilio, dunque: la nave, divenuta ventre in cui celarsi al mondo, lo conduce incessantemente da un porto allaltro, come unanima senza pace. La solitudine perseguita dalluomo avrà termine quando un evento inaspettato squarcerà infine il muro del suo isolamento, accompagnandolo dolcemente sulla madre terra: per il vecchio capitano è arrivato finalmente il momento di abbandonarsi in pace alla vita. Ioanna Karistiani, figura rappresentativa della letteratura contemporanea greca e fresca ospite al festival della letteratura di Mantova nello scorso settembre, sarà nuovamente in Italia il 15 novembre prossimo, in occasione della rassegna Terra di libri, in programma a Siena dal 13 al 16 novembre e che questanno avrà proprio la Grecia come paese ospite.