Enzo Laganà e Patrizia alias Drabarimos si guardano nel Parco del Valentino a Torino: è questa la colorata copertina del nuovo romanzo di Amara Lakhous, che in ogni nuova storia raccontata pone il fuoco su un problema sociale di grande attualità e rilevanza sociale. In questo caso affronta il rapporto della cittadinanza con i Rom, rapporto problematico in ogni città italiana, dove regnano pregiudizi atavici, spesso ingiustificati, e dove episodi di intolleranza e razzismo continuano a riprodursi malgrado gli sforzi che un giornalismo più sensibile ed operatori più maturi tentano di arginare.
Amara Lakhus, ormai padrone non solo della lingua italiana che maneggia con maestria e con l’uso frequente di pezzi di parlato efficacissimi, ci racconta di uno stupro ai danni di una ragazzina italiana, la quindicenne Virginia, nomen-omen, che ha subito violenza da parte di due gemelli Rom… e dunque ha perso il bene più prezioso agli occhi della sua tradizionalissima famiglia: la verginità. Ovviamente non sono stati i due ragazzi “zingari”, ma la zingarata del titolo si riferisce ad una sorta di scherzo operato ai danni dei ragazzi rom. Il giornale, in cui lavora il narratore Enzo, naturalmente cavalca la notizia che incolpa gli innocenti ed enfatizza il ruolo di vittima sacrificale della bugiardissima Virginia.i
Insomma una storia di ordinaria cronaca nera con le solite accuse ingiustificate agli stranieri, bersaglio privilegiato di una opinione pubblica disinformata, superficiale, nutrita di stereotipi che una subcultura dei media alimenta.
La leggerezza dei toni e della lingua usati da Amara Lakhous rendono i suoi romanzi di facile lettura ma nello stesso tempo importanti per smascherare i troppi pregiudizi di cui siamo, ahimè, tutti permeati. Il personaggio più riuscito è quello di Patrizia, una bancaria in carriera che dopo aver contribuito a rovinare intere famiglie vendendo loro titoli “tossici” che le avevano ridotte in miseria, senza che la banca se ne sentisse responsabile, vive una profonda crisi di coscienza e di identità. Lascia la carriera e la sicurezza economica, la protezione sociale e la certezza di prospettive per scegliere di diventare una “Rom”: via trucco e parrucchiere, riveste abiti zingareschi e si mette al servizio della comunità che vive al Parco del Valentino improvvisando una competenza di lettura della mano, da qui il suo soprannome, che le consente di divenire un punto di riferimento per le giovani del campo e dei loro bambini.
La zingarata della verginella di via Ormea (e/o, 2014) è una storia a lieto fine, ambientata realisticamente in una delle più influenti città italiane, per la quale dobbiamo ringraziare uno scrittore “immigrato” che ormai è uno dei principali artisti che si muovono nel panorama letterario italiano pur provenendo da lingua e cultura diversa.
Con Amara Lakhous i problemi di convivenza fra diverse etnie e diverse culture diventano favole lievi, capaci di insegnare un modo migliore di conoscersi e accettarsi sorridendo.