Intervista in anteprima a Luca Poldelmengo per “Nel posto sbagliato” (sabot/age e/o) in libreria dall’8 ottobre
Alla Red non interessa ciò che sai, ma ciò che contieni e per saperlo la squadra di Polizia segreta usa metodi illegali e rischiosi. Così agisce il gruppo, capitanato da Vincent Tripaldi, infallibile nella lotta alla criminalità e spietato nell’invadere la privacy di chi si viene scelto per le indagini. Vincitore del premio Crovi e finalista al premio Scerbanenco nel 2012, Luca Poldelmengo ambienta il suo ultimo noir “Nel posto sbagliato” (e/o collezione sabot/age) in una metropoli invasa dall’immondizia e illuminata da un sole malato in cui la squadra, che indaga su un omicidio tremendo, agisce e si insinua nelle menti dei cittadini. Ma il pericolo è in agguato anche per la Red.
Luca chi è la RED?
Le cronache di tutti i giorni ci raccontano come sempre più spesso gli inquirenti svolgano le loro indagini grazie all’ausilio di immagini registrate da telecamere di videosorveglianza. La Red ha trovato il modo di servirsi a questo scopo di dispositivi più numerosi e performanti: i POV. Perché i POV siamo noi, ciascuno di noi. Milioni di telecamere sparse in giro per la città e per di più in grado di registrare non solo immagini, ma anche suoni, odori, sensazioni. Informazioni che il nostro cervello immagazzina a nostra insaputa e che la squadra saccheggerà mediante l’ipnosi dall’inconscio di chi avrà la sfortuna di trovarsi Nel posto sbagliato.
Un uomo cinico è a capo della Red, mi racconti come nasce il personaggio e che ruolo hanno i serpenti?
Vincent Tripaldi è un commissario di polizia molto ambizioso. Ma è anche un uomo solo, la sua unica compagnia sono i due serpenti che vivono in un terrario nel suo soggiorno. Due rettili all’apparenza identici che nascondono un segreto, e che al tempo stesso sono il memento(e la metafora) del complesso rapporto che ha vissuto con suo fratello gemello Nicolas. Il legame malato con Nicolas ne ha segnato l’esistenza, rendendolo un misantropo che vive ogni tipo di relazione interpersonale con fastidio e diffidenza, e che gli fa indossare una corazza di cinismo dietro cui nascondere la propria inadeguatezza emotiva.
C’è un personaggio che ritieni prevalga sugli altri?
Vincent è senza dubbio il protagonista della storia, ma di lui ti ho già parlato. Ne approfitto allora per dire qualcosa su un altro personaggio, il dottor Oberdan. Un omuncolo saccente e spiacevole, che difficilmente risulterà simpatico al lettore, al quale però ho voluto affidare il mio punto di vista sulla storia. Ci tengo a sottolinearlo perché questo elemento è presente in tutta la mia produzione di narratore: nessun cavaliere bianco su un cavallo bianco, nessuna incarnazione del male. Solo composite, persino ambigue, umanità. La natura umana, il nostro rapporto col bene e con il male, è troppo complessa per essere liquidata in una sterile divisione tra buoni e cattivi.
Nuovo editore e un noir metropolitano avvincente. Come ci si sente a far parte dei “sabotatori”?
Ho voluto fortemente che questo libro uscisse qui, ho rifiutato altre offerte e deciso di abbandonare altre possibilità perché ciò accadesse. Le edizioni E/O sono un’eccellenza dell’editoria indipendente, e io seguo da tempo lo splendido lavoro che Colomba Rossi e Massimo Carlotto fanno con la loro collezione. Consentimi il gioco di parole, Sabotage è il posto giusto per questa storia.