Tè o caffè? Caffè alla mattina, a occhi chiusi senza parlare. Tè alle cinque, of course.Cosa sta leggendo? In questo momento La melodia di Vienna di Ernst Lothar, edito da e/o.C’è un libro in particolare che le piace rileggere o regalare? Regalo a tutti Il Ballo di Irene Némirovsky, magari in occasione di un invito a cena ma non solo.Legge su carta o anche gli e-book? Solo su carta!Ha un luogo del cuore? Sì, Cortona (AR), è tutta preziosissima, un miracolo, una città perfetta.E una biblioteca amata? La Biblioteca Angelica a Roma, proprio alle spalle di corso Vittorio, è tutta d’epoca, bellissima. Entrarci è come stare fuori dal mondo. E’ un’esperienza di per sé.Dove e quando scrive di preferenza? Sempre alla mia scrivania, che sta nella stanza più appartata della casa.Nel suo ultimo romanzo Il Braccialetto (appena pubblicato da e/o) è centrale l’amicizia di due adolescenti in una Roma occupata dai nazisti, nei giorni tragici della razzia degli ebrei; ci racconta di questa sua scelta di puntare sui ragazzi? Il punto di partenza è stato per me una scena da La disubbidienza di Alberto Moravia, con quel ragazzo che resta disilluso, pur ribelle e insofferente.Come crede che si possa tenere il più possibile viva la memoria storica, soprattutto nei confronti dei giovani, man mano che gli anni passano e inevitabilmente scompaiono i testimoni diretti della storia? Senza dubbio attraverso la trasposizione creativa, ne sono assolutamente convinta. Che si tratti di letteratura, cinema o teatro, tutte espressioni capaci di creare un rapporto emotivo con il lettore o spettatore e così stimolare un’identificazione che penetra nell’animo molto più di un libro di storia. Pensiamo ad esempio a grandissimi testimoni come è stato Primo Levi; è il suo libro che più di tutto è rimasto, divenuto un testo ormai universale continuamente letto, studiato, ricordato. Insomma, la trasposizione creativa è una forma diretta, capace di impadronirsi dell’anima delle persone e condurle a una partecipazione profonda.Per concludere, vuole provare a dirci cos’è per lei la lettura? Dico evasione, ma non intendo in senso futile. Leggere è entrare in altri mondi e partire da lì per capire il nostro e noi stessi.Lia Levi, di famiglia piemontese, vive a Roma dove ha diretto per trent’anni il mensile ebraico Shalom. Nel 2012 ha ricevuto il Premio Pardes per la Letteratura Ebraica. Tra i suoi tanti altri romanzi pubblicati oltre al recentissimo Il Braccialetto (e/o, Settembre 2014): Una bambina e basta (e/o 1997, Premio Elsa Morante Opera Prima), Quasi un’estate (e/o 1995), L’albergo della Magnolia (e/o 2004, Premio Moravia), Tutti i giorni di una vita (e/o 2003), Il mondo è cominciato da un pezzo (e/o 2005), L’amore mio non può (e/o 2010), La sposa gentile (e/o 2011, Premio Alghero Donna e Premio Via Po), La notte dell’oblio (e/o 2013), Il matrimonio delle gemelle (Lozzi collana Remo 2012). Ha scritto inoltre numerosi titoli per bambini e ragazzi.