Nel libro che sto leggendo, un po’ diverso dai soliti romanzoni che mi piacciono, quelli con storie familiari complicatissime, dove protagoniste sono donne preferibilmente squilibrate, zoccole o disagiate, ecco, in questo libro ci sono solo due figure femminili (la Gilda e la Silvana), tutti gli altri personaggi sono uomini di un paese di provincia del Friuli Venezia Giulia che passano le loro giornate nel bar del paesiello a bere, giocare a carte e guardare le partite di calcio.
Ho ben presente scene di questo tipo, vengo da un ridente paese di campagna, dove le domeniche del villaggio si trascorrono spesso al bar o al limite nel bosco. Ed è lì che escono i pensieri più sinceri: davanti a un caffè o a un bicchiere di vino – o a qualcos’altro, dipende da che amici hai. Sì, perché in genere sono tutti maschi al bar, c’è qualche coraggiosa che passa a salutare, ma non si ferma mai troppo. Non vuole e non deve. Il bar, la domenica, è maschio.
Comunque, passi dal bar e ti fermi a salutare gli amici che non vedi da tempo, settimane, a volte mesi, li ritrovi tutti e ti dicono che sei la persona che volevano vedere di più (ma anche quella meno), ti dicono che sei una bella ragazza (aggiungendo poi che scherzano), ricevi proposte di matrimonio e tutti gli altri, entusiasti, insistono nel convincerti che sia un’ottima idea, da fare “senza perdere tempo, entro novembre, al massimo entro la prossima primavera”. Ti offrono da bere e lì sta a te, a seconda dell’orario, accettare o rifiutare, ma mai ordinare un the o una coca al bar di domenica: non si fa, piuttosto, se pensi sia presto per la birra, rimani con la gola secca.
Altro che città con l’happy hour a 8 euro a partire dalle 19, perché prima in città si beve il caffè. La città va bene in settimana, ma il fine settimana è da villaggio. “Ed ancor sana e snella. / Solea danzar la sera intra di quei / ch’ebbe compagni dell’età più bella”. I ragazzi del bar sono vivi, scalcagnati forse un po’, ma vivi.
“Garzoncello scherzoso / cotesta età fiorita / è come un giorno d’allegrezza pieno, / giorno chiaro, sereno, /che precorre alla festa di tua vita. / Godi, fanciullo mio; stato soave, / stagion lieta è cotesta. / Altro dirti non vo'; ma la tua festa / ch’anco tardi a venir non ti sia grave”.
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Il libro è di Massimo Cuomo e si chiama Piccola osteria senza parole. Tra le altre cose dice che le donne non rifiutano mai un corteggiamento gentile. Insomma, un concentrato di verità in 200 pagine.