«L'amore nasce dalle ferite e siamo noi a generarlo»
Autore: Valentina Barbieri
Testata: Gazzetta di Mantova
Data: 5 settembre 2014
Se esiste, l'elisir d'amore è un qualcosa che va conquistato. Ufficialmente «solo la pelle separa l'amore dall'amicizia», in realtà non è così: la pelle pulsa di esperienza, azione, determinazione. A ribadirlo a gran voce è sta- · to ieri sera lo scrittore belga Éric-Emmanuel Schmitt. «A trent'anni ero abbastanza maturo per parlare di Dio, ma per parlare di sesso e amore ho dovuto aspettare i cinquanta ». L'amore: il sentimento con cui tutti gli scrittori, prima o poi, devono fare i conti. Ma cosa si intende quando si parla e si scrive di amore? «C'è una grande confusione- continua l'autore di "L'elisir d'amore"- L'amore abita in due paesi: quello del sentimento e quello del desiderio. Spesso non si percepiscono le frontiere. Non si fa il salto da un amore infantile e sognato ad un sentimento lucido e consapevole. L'amore vero nasce dopo la passione». La filosofia-che è stato per Schmitt il primo innamoramento- entra tra le virgole di ogni suo pensiero, dietro ad ogni affermazione si staglia il pensiero, l'esercizio di prendersi cura delle cose, di vederle crescere giorno dopo giorno. «La filosofia spiega, mentre la letteratura celebra. Ogni volta che uno scrittore imprime una parola su carta sta aiutando il mondo a procedere verso il meglio. Non ha senso concepire una letteratura pessimistica. Non c'è mai del male nell'indirizzare parole, dense di contenuti, ad altri». Ieri Schmitt ha scelto Mantova per esprimerne molte, di queste parole pregne di senso. Ha voluto lanciare un forte monito all'Occidente che «Se ne sta: in silenzio mentre in Iraq i cristiani vengono ammazzati». E si è chiesto: «Stiamo a guardare perché siamo troppo cristiani o lo siamo troppo poco?». Schmitt ha intercettato e cercato di raccontare nei suo ultimo romanzo epistolare una generazione che ha perso l'allenamento alla costruzione del sentimento. Adam e Louise si lasciano, lei va a Montreal. Si scambiano da lontano lunghe email «che hanno preso il posto delle lettere che raccontavano l'amore dell'Ottocento». Finché Louis non chiede ad Adam di rimanere amici. «La vicinanza consuma il desiderio- suggerisce Schmitt- L'intimità è nello stesso tempo il compimento e la rovina di un sentimento. Ma, se non si può scegliere di essere colpiti dalla freccia di Cupido, si può scegliere se coltivare o meno. l'amore. Quello sì che lo possiamo scegliere. L'amore è un ideale che vale la pena cercare. Siamo noi che lo generiamo, attimo dopo attimo, non è lui che ci viene a prendere». Schmitt possiede la facoltà di parlare e di scrivere con apparente leggerezza di cose profonde e lo fa per avvicinarsi ai suoi lettori, per stringere nelle mani il cuore delle cose senza mascheramenti. «Certo, sono figlio di Itala Calvino - azzarda -C'è differenza tra semplicità e semplicismo. La semplicità è una risoluzione delle difficoltà, non è ignoranza del problema». Continuando sul filo dell'onestà intellettuale l'autore se n'è an.dato, ammettendo di amare la sua inquietudine perché l'ha spinto lontano; ma di ritenersi, dopotutto, un atti- . mista. «Come fa il mio Oscar, mi esercito a vivere ogni giorno come se fosse il primo e non certo l'ultimo, come diceva Tolstoj. Ci sono così tanti motivi per meravigliarsi del mondo, ci vorrebbero solo più meravigliati ».