Politica Chic
Autore: Cristiano De Majo
Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 22 agosto 2014
Dopo la riedizione di Diglielo da parte mia, in queste settimane la casa editrice e/o riporta in libreria Democracy, uscito nel 1984 da Frassinelli, da tempo fuori catalogo. Diventa un po' meno bucherellato il catalogo italiano di Joan Didion, una scrittrice imprescindibile nel canone dei classici contemporanei. Nell'attesa che vengano per la prima volta tradotti i saggi di The white album, ci si può cimentare con questo enigmatico e sentimentale esperimento di autofiction ante-litteram.
Inez Christian, protagonista del romanzo , viene presentata come una vecchia collega di Vogue della giornalista che sta raccontando i fatti, la stessa Didion, così come Jack Lovett, agente della Cia e amante di Inez, viene descritto come una faccia conosciuta sui fronti caldi del pianeta a chiunque facesse il giornalista dalla metà degli anni '60 ai primi anni 70 capitava di incontrare Jack Lovett al punto che il lettore dopo una ventina di pagine calibra la suspension of disbelief andando a verificare su Google: Inez e Jack e Harry Victor, senatore del Congresso e marito di Inez, sono esistiti? Le risposte del motore di ricerca più che produrre disillusione fanno riflettere sulle possibilità del realismo. E mischiando molto le carte e restando in bilico tra composizione lirica ed esposizione cronachistica, Jona Didion finisce sempre per essere molto persuasiva. Se anche questi personaggi non sono esistiti, è molto plausibile che possano essere esistiti, che l'autrice possa averli conosciuti. E , in ogni caso, l'autrice fa di tutto per credere a ciò che sta scrivendo. D'altra parte la capacità di seduzione del contesto ricorda molto da vicino quella di Diglielo da parte mia, un milieu coloniale e tropicale che si intreccia ai grandi fatti della politica americana del secondo Novecento. L'espansionismo paternalista della superpotenza che ha un suo risvolto intimo, altrettanto violento, sul fronte interno: padri che impazziscono, figli che si autodistruggono, l'irrealizzabilità dell'amore... E poi quel suono, il suono ipnotico dei paragrafi di Joan Didion. La rivista Kirkus ha definito Democracy "un oggetto letterario chic con al centro una soap opera". Ma anche riconoscendo una compiutezza più smagliante alla sua nonfiction narrativa, è difficile non notare l'influenza che la Didion romanziera ha esercitato su alcuni grandi scrittori americani. Io, per dire, faccio fatica a immaginare che senza questo libro sarebbero stati scritti Lunar park di Ellis o la trilogia di Ellroy.