Massimo Maugeri, scrittore siciliano, vince il premio Vittorini con il romanzo Trinacria Park pubblicato nel 2013 per le edizioni e/o . Narra di un’isola immaginaria che si trova di fronte l’Etna, dove avvengono avvenimenti misteriosi. La costruzione di un grande parco tematico attira sull’isola personaggi particolari che sembrano ciò che in realtà non sono e nascondono dei segreti. Mito, metafora e realismo si mescolano nelle pagine del suo romanzo. Già autore di altri romanzi e saggi, ha ideato e gestisce il blog letterario Letteratitudine. Conduttore radiofonico di una trasmissione letteraria, ama leggere e scrivere. Lo abbiamo incontrato e dall’intervista che ci ha rilasciato viene fuori la figura di un uomo di cultura che si dedica con attenzione alla scrittura di qualità e di un padre che non dimentica l’importanza della propria famiglia. È uno che crede nei sogni e nella sincerità con se stesso e con gli altri.
Come ha iniziato a scrivere?
“Sin da piccolo. Già in primina scrivevo i miei primi raccontini. C’era sempre quest’esigenza che continuava a crescere nel tempo. La pubblicazione del mio primo romanzo è del 2005. Il desiderio della scrittura è collegato anche a quello della lettura, vanno di pari passo”.
Eppure non sempre è così. Le vendite dimostrano che i lettori sono in diminuzione. Quale consiglio darebbe alla gente per invitarla a leggere?
“Oggi, c’è un netto calo delle vendite e una sovrapproduzione di libri. Ci sono tante iniziative per incentivare alla lettura. Non penso che il problema sia solo a scuola, perché lì paradossalmente i ragazzi sono incentivati a leggere con l’ausilio delle insegnanti. Ho l’impressione che i lettori si perdano dopo la scuola. Il consiglio è di vivere la lettura come un piacere, un’esperienza di vita. Chi legge, vive tante vite quante sono le storie in cui s’immerge. Sono esperienze di cui il lettore beneficia in campo introspettivo, perché la lettura è anche un atto intimo. Leggere è un piacere, ma è anche fondamentale perché favorisce lo sviluppo del senso critico, che oggi manca tanto”.
Qual è la genesi di “Trinacria Park”?
“Il libro nasce da una suggestione. Ho immaginato un’isoletta, Montelava, di fronte l’Etna. Ho pensato che fosse assoggettata a problematiche quali la speculazione edilizia e che, ad un certo punto, qualche politico decidesse di creare un progetto per incentivare il turismo. Così ho immaginato che all’interno di quest’isola sorgesse un enorme parco che si chiama “Trinacria Park”. Poi ho cominciato a sviluppare la nascita dei personaggi. A poco a poco si è sviluppata la trama. Nulla è come sembra. Il tema dell’apparenza e della menzogna sono molto forti”.
Nel libro quello che risalta maggiormente è l’analisi introspettiva e psicologica dei personaggi, più della descrizione narrativa. È stata una scelta voluta?
“Nell’epoca delle immagini, in cui siamo abituati a conoscere tutto, lo scrittore non deve soffermarsi in maniera eccessiva nelle descrizioni. Basta dare delle suggestioni e il lettore immagina tutto”.
I personaggi sono descritti a tutto tondo. Alcuni richiamano gli inetti di Svevo. Quali autori del novecento ti hanno influenzato di più?
“Il ‘900 è sicuramente nel mio DNA. Penso a Sciascia, ma anche ai maestri del verismo. Mi piace molto Calvino. Il libro ha un aspetto visionario, iperrealistico e metaforico. Raccontare una storia come se fosse una cronaca non consente allo scrittore di entrare dritto al cuore del lettore. Penso sia più importante stimolare il suo immaginario, attraverso la metafora o il mito che ho ripescato in questo libro”.
Perché, fra i tanti miti, proprio quello delle Gorgoni?
“Ero molto attratto dalla potente figura di Medusa. Sono tre figure di Gorgoni molto particolari. Ho pensato di collegare il carattere dei tre personaggi femminili a queste tre Gorgoni. È una scelta legata anche ad un’esigenza narrativa. Ho mischiato il mito antico alla storia più moderna del romanzo”.
Il libro ha vinto il premio Vittorini. Un premio letterario può cambiare la vita ad uno scrittore?
“Dipende dal premio. In generale, un premio letterario serve per sostenere lo scrittore sia dal punto di vista emotivo, perché aiuta psicologicamente ad andare avanti, sia da quello economico. Per la casa editrice, che vanta nel suo curriculum premi letterari, diventa un fiore all’occhiello”.
Nel libro parla di una Sicilia immaginaria. Come vede quella reale?
“È una delle terre in cui la contraddizione è più evidente rispetto ad altre. È un luogo bellissimo, ma anche molto problematico. Come hanno detto autori ben noti, possono esistere anche più Sicilie. Può essere metafora del mondo come diceva Sciascia. Nel libro si parla della Sicilia e mi ha fatto piacere il parere di Ferlita su Repubblica che ha sottolineato l’aspetto iperrealistico dell’isola che ho descritto nel romanzo. Era quello che speravo di raggiungere”.
Come è nato il suo blog Letteratitudine?
“Per caso, nel 2006. Era appena nata la mia secondogenita e desideravo occuparmi di letteratura senza dovermi allontanare dalla mia famiglia. L’idea non era quella di parlare di me, ma di creare un luogo d’incontro, in un momento in cui i social network non erano diffusi, tra scrittori, lettori, giornalisti, critici ed editor. Ho iniziato con 30 iscritti, per arrivare ai 30.000 attuali. I dibattiti hanno coinvolto anche personaggi celebri della letteratura, da Dacia Maraini ad Antonella Cilento. Uno dei dibattiti più seguiti aveva a che fare con la letteratura dei vampiri. Il blog è poi entrato a far parte del gruppo l’Espresso ed è cresciuto anche a livello internazionale. Nel 2009 è nata anche una trasmissione radiofonica. Il direttore dell’emittente di Milano “Radio Hinterland” mi ha chiesto di condurre una trasmissione. All’inizio, per la distanza geografica, facemmo un collegamento telefonico, oggi registro in digitale le conversazioni letterarie”.
Internet da una parte aiuta la cultura. Cosa ne pensa dell’ebook?
“In Italia l’ebook cresce molto lentamente, ma in altri paesi come gli Stati Uniti sono tantissimi coloro che leggono così. Non credo che il libro di carta scomparirà, ma credo che l’ebook piano piano prenderà una fetta di mercato”.
Chi è Massimo Maugeri? Che cosa gli piace fare?
“Mi piace vedere crescere le mie figlie. Cerco di essere un padre presente, perché ci sono momenti che non tornano più. È uno che crede nei sogni, che i progetti possano realizzarsi nonostante le difficoltà e soprattutto senza scendere a compromessi, anche se ci vuole più tempo”.
Sta scrivendo un nuovo romanzo?
“Sì. Spero di riuscire a concluderlo presto. È ambientato sull’Etna dove la protagonista diventa la pietra lavica, l’eruzione vulcanica e la crisi economica”.