Sole a catinelle.
Quando non sai di cosa parlare in genere parli del tempo, ti fermi per un attimo con la persona, o anche con il cliente e dici cose da ascensore, tipo: Ah, che caldo, ma continuerà? Oppure Che bella giornata, speriamo non peggiori. O anche: ma perché pioggia o sole nessuno compra più libri?
Oggi fa sole a catinelle, piovono raggi come se il cielo volesse dissalare il mare, come se ci preparasse a un nuovo diluvio universale, e tutti stiamo qui a aspettare uno straccio d’ombra.
E altrimenti parliamo dei mondiali di calcio che stanno arrivando, dei mondiali che tutti dicono di non volere per via degli indios, delle favelas e delle altre brutte cose, e invece tutti li guarderemo, tranne quelli che il 21 giugno preferiranno andare a fare letti di notte.
E noi parliamo del tempo, dei mondiali con il libro di Paolo Foschi, che fa tornare il commissario Attila nel suo Vendetta ai mondiali, pubblicato da e/o, ma come al solito non ve ne parlerò, vi dirò solo di leggerlo, perché fra i tanti, troppi libri usciti per questa occasione è uno dei pochi non ruffiani, anzi. Un romanzo vero e divertente come riesce al solito a Foschi, scrivere in punta di baionetta.
È una delle cose che mi diverte del mio lavoro, come telefonare a uno scrittore e sentirlo per concordare un incontro, per mangiarci una pizza o berci una birra, e parlare per ore e ore di tutto e di niente, e del sole a catinelle.
E capita che parlando di tutto e di niente ci raccontiamo di amici librai, ci informiamo sui destini degli amici scrittori, verifichiamo la formazione della nazionale scrittori, la Osvaldo Soriano Futbòl club e ci chiediamo che possibilità avrebbe in un torneo come quello brasiliano.
E poi ci chiediamo quanti di questa formazione di scrittori parteciperebbero a un mondiale bagnato dal sangue, quanti no, e quelli che invece sì, se lo farebbero anche per dare un segno di impegno civile.
O anche no, ché magari fare lo scrittore e giocare a pallone sono già cose impegnative.Ma sono ragionamenti sotto questo sole a catinelle che è più brasiliano che italiano.