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Giulio Passerini: vi racconto «La melodia di Vienna»

Autore: Giulio Passerini
Testata: Ho un libro in testa
Data: 18 giugno 2014

Esce oggi, nella bellissima collana Gli Intramontabili della casa editrice E/O, un grande romanzo, «La melodia di Vienna» di Ernst Lothar. Ce lo racconta Giulio Passerini, autore della postfazione. Oggi arriva in libreria “La melodia di Vienna” di Ernst Lothar, un nuovo titolo della collana “Gli Intramontabili” delle Edizioni E/O. È un romanzo di cui sono particolarmente orgoglioso, devo ammetterlo. Era da molto tempo che non mi capitava di leggere un libro così appassionante e insieme tanto profondo, così avvincente e così ambizioso. Di Ernst Lothar non sapevo quasi nulla prima di iniziare a leggere il libro, ma scoprirlo è stato un vero privilegio: la sua vita, il suo amore per Vienna, la sua sincera passione per le storie, la sua comprensione dell’animo umano. In questo libro sono sicuro che ognuno troverà qualcosa per sé: vi auguro che, come nel mio caso, sia qualcosa di prezioso. E ora permettete che ve lo presenti. Ernst Lothar, uno scrittore di genio

Figlio di Joseph Müller, avvocato, e Johanna Wohlmuth, Ernst Lothar Sigismund Müller nacque il 25 ottobre 1890 a Brno, Repubblica Ceca. Molto presto, nel 1897, la famiglia si trasferì a Vienna dove Lothar frequentò le scuole e l’università, conseguendo su insistenza del padre una laurea in legge. Successivamente lavorò nella macchina dello stato, prima come procuratore presso il Ministero della Giustizia, e poi come funzionario per il Ministero del Commercio. Ma la letteratura e il teatro restarono sempre le sue più grandi passioni. Ad appena vent’anni, nel 1910, pubblicò la sua prima raccolta di poesie. Seguirono saggi di carattere politico e letterario, finché nel 1925 abbandonò gli incarichi governativi per dedicarsi alla scrittura, alla critica e al teatro. Compagno e complice nella sua scelta, l’amico scrittore Stefan Zweig. Fu nel suo appartamento in Kochgasse che Lothar incontrò i grandi protagonisti della cultura del suo tempo: Musil, Werfel, Joseph Roth, Broch, Felix Braun, Grünewald, Csokor, un circolo che avrebbe prodotto le voci più alte (e ben poco ariane) della letteratura tedesca fra le due guerre. Ma non fu solo grazie ai suoi scritti che in quegli anni Lothar si affermò come un protagonista di primo piano del panorama culturale. La sua ricerca artistica dello spirito più intimo e vero del sentire austriaco si svolse a tutto campo. In qualità di regista teatrale, per esempio, diede ampio spazio all’opera di Franz Grillparzer, scrittore dell’Ottocento austriaco attento al rapporto tra individuo e Storia, portando avanti una riflessione sullo spirito austriaco quanto mai necessaria dopo lo scempio del primo conflitto mondiale, specie in un momento storico e culturale decisamente incline al cosmopolitismo in risposta al cieco nazionalismo di cui anche gli intellettuali si erano fatti portabandiera agli albori del conflitto. Lo stesso festival di Salisburgo, di cui Lothar fu uno dei principali promotori, nasceva dalla necessità di riabilitare l’eccellenza artistica dell’Austria agli occhi del mondo. Oltre che scrittore, regista e drammaturgo, infatti, Lothar si dimostrò anche un ottimo organizzatore culturale dirigendo dal 1933 al 1935 il Burgtheater di Vienna e poi dal 1935 al 1938 il Theater in der Josefstadt, succedendo a Max Reinhardt. Quando nel 1938 i nazisti presero il controllo dell’Austria, fu costretto a lasciare Vienna a causa delle sue origini ebraiche per rifugiarsi in Svizzera. Da lì fuggì in Francia e poi in America, a New York, dove fondò l’Austrian Theater. Ma presto il progetto fallì e Lothar si diede all’insegnamento della storia del teatro presso le università americane, collaborando con il cinema e continuando a scrivere romanzi. Nel 1944, mentre >La melodia di Vienna arrivava nelle librerie americane con il titolo >The angel with the trumpet, divenne ufficialmente cittadino degli Stati Uniti. Eppure già nel 1949 lo troviamo a Vienna su incarico del governo americano, in qualità di consulente per la denazificazione delle arti in Austria. Il ritorno in patria fu traumatico. All’indomani della caduta del Reich, come scrisse nei suoi diari, l’antisemitismo era più vivo che mai e al loro arrivo gli esuli venivano accusati di tradimento per aver abbandonato l’Austria nel momento della prova. A nulla valeva la fondata obiezione che, diversamente, sarebbero stati sterminati. Lothar, a dispetto di tutto, decise di restare. Ancora una volta lo scrittore mise il suo multiforme talento al servizio dello spirito austriaco per procedere a una rifondazione culturale che fosse in grado di conservare, almeno in parte, l’eredità più ricca e multiforme della Vienna asburgica. La riflessione critica sulla storia recente e il rilancio della tradizione austriaca furono le direttrici su cui si esercitò la sua tenacia di intellettuale, assieme alla riabilitazione di grandi autori come Brecht su cui si era abbattuto l’ostracismo del regime.
Riprese così a lavorare per il locale Burgtheter e per il Festival di Salisburgo, quello che Stefan Zweig aveva definito in tempi più felici “la mecca culturale d’Europa”, e dai suoi libri furono tratti film di grande successo che consacrarono il suo nome nella storia della cultura austriaca come nessuno dei suoi romanzi era riuscito a fare fino a quel momento. Morì nella sua Vienna il 30 ottobre del 1974.

Sulla Melodia di Vienna Se avete amato la >Famiglia Karnovski di I. J. Singer e le atmosfere di>Downton Abbey, vi innamorerete della> Melodia di Vienna, la storia avvincente di una nobile famiglia sospesa fra due secoli, dal 1888 al 1945, testimone privilegiata di un’Europa al culmine dello splendore e della decadenza. Pubblicato negli Stati Uniti nel 1944 col titolo >The angel with the trumpet, >La melodia di Vienna è stato salutato dalla stampa americana come un libro straordinario. Il Los Angeles Times l’ha definito “Davvero un grande romanzo, che fa rivivere e capire fino in fondo Vienna e l’Austria, rendendole eterne nella letteratura”, mentre per il Time si tratta di “Un esempio della scuola del moderno romanzo tedesco che accosta il realismo più fosco al romanzesco più scintillante, promosso a pieni voti". Malgrado il successo oltreoceano, fu solo nel 1947 che >La melodia di Viennaapparve nella lingua madre di Lothar -col titolo >Der Engel mit der posaune- superando l’ostracismo a cui era stato condannato il suo autore durante il regime nazista. La sua penna fu definita dalla stampa tedesca degna dei>Buddenbroock e della celebre >Saga dei Forsyte di John Galsworthy. Il film tratto dal romanzo che girò Karl Harlt nel ’48, premiato come miglior film dell’anno dal ministero dell’istruzione austriaco, segnò infine la consacrazione definitiva di Lothar. L’epopea della famiglia Alt è il punto di vista privilegiato dal quale osservare la dissoluzione di un impero, la crisi e il successivo crollo del sogno austroungarico di convivenza tra culture diverse, la follia dell’ottimismo borghese che fallisce nel cogliere per tempo i segni della deriva nazista. Con>La melodia di Vienna Lothar non ci racconta solo la storia appassionante di una grande famiglia austriaca, ma ci porta nel cuore dell’Europa alla scoperta di due secoli: l’Ottocento, ormai al suo declino nella fulgida esplosione della Belle époque, e il Novecento coi primi spasmi della Grande Guerra e gli entusiasmi della ricostruzione. Tra Mahler e Strauss, Freud e Jung, Rilke e von Hofmannsthal, Zweig e Schnitzler, Klimt e Schiele, nel libro si respira quel sentimento austriaco che ha fatto di Vienna una delle capitali della cultura mondiale. L’opera di Ernst Lothar in Italia

Della vasta produzione dello scrittore (oltre venti romanzi e una straordinaria produzione saggistica) purtroppo quasi non è giunta traccia nel nostro paese. Nel 1933 Mondadori stampò >Piccola amica, romanzo di una dodicenne, seguito nel 1936 da >Romanza in fa Maggiore. Del 1982 è invece la prima apparizione della >Melodia di Vienna pubblicata, sempre da Mondadori, col titolo >L’angelo musicante, senza dubbio la sua opera più grande. Dai suoi numerosi romanzi sono stati tratti film di successo fra cui >L’uomo che vide il futuro (1935), >Il delitto del giudice (1948) e nel 1948 >La casa dell’angelo, tratto dalla >Melodia di Vienna. Fra le sue opere più importanti ricordiamo anche >Der Feldherr (>Il comandante), la trilogia >Macht uber alle Menschen, e>Der Hellseher (Il chiaroveggente).