Crisi d'identità di un matematico
Autore: Camilla Tagliabue
Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 29 marzo 2014
L'equivalenza tra genio e follia, o matematica e pazzia, è solo una favoletta per romantici, al più materia per un film di successo: questo sembra suggerire Stefania Piazzino, autrice de "L'uomo che credeva di essere Riemann", storia di un brillante matematico che perde la testa quando viene a sapere che l'ipotesi di Riemann (uno dei famosi "Millennium problems") è stata dimostrata. Da quel momento il professor Ernest Love pensa di essere Berhanrd Riemann; tocca al suo psichiatra affabularne la drammatica ed eccezionale vicenda. L'autrice è brava a tessere la trama come un giallo, disseminandola di tranelli e paradossi: il finto Riemann si dimostra molto più lucido e ludico di quanto la malattia lasci sperare e, soprattutto, è il primo a mettere in discussione la propria apocalittica congettura. Del resto, se quell'ipotesi si dimostrasse fondata, tutti gli attuali sistemi di crittografia, ad esempio quelli usati nelle transazioni finanziarie, non sarebbero più sicuri.