«I Balcani iniziano nel giardino del vicino di casa», ha detto ieri sera, in un altro giardino affollato da più di un centinaio di persone, quello della Libreria editrice Goriziana, Veit Heinichen, autore di culto in Germania, nel corso della presentazione del suo ultimo libro tradotto in italiano, «Danza Macabra» (Edizioni e/o, Roma 2008, pagg. 304, euro 17). Presentato da Pietro Spirito il triestino dadozione Veit Heinichen ha raccontato desser nato anche lui ai bordi di un confine, fra Francia e Germania, dove nasce un lungo fiume, il Danubio. «Chi vive vicino al confine ha anche unetica particolare, perché andare oltre il confine significa imparare cose nuove». Per lui Trieste e Gorizia rappresentano «il prototipo della grande città Europea, con il mare che incontra la montagna, con Est e Ovest che si parlano: è lEuropa delle culture, delle lingue, diversità che diventano ricchezza».Nei suoi libri Veit Heinichen descrive il territorio del vecchio litorale austriaco. Lo descrive nei presenti anni di transizione, con la sparizione dei confini e con il mescolarsi delle mafie e degli interessi economici. La mezza dozzina di romanzi ambientati a Trieste ha ottenuto grande successo in Germania ma anche molteplici trasposizioni televisive per un pubblico sempre più ansioso, ed è qui la nascente valenza turistica, di vedere di persona i luoghi descritti dai romanzi. Nelle sue storie poliziesche Veit Heinichen gode di una posizione privilegiata, una sorta di extraterritorialità da cui può raccontare tutto ciò che vuole, anche quello che i giornalisti o i politici locali non riescono a denunciare. Ha scelto un nodo, quello di Trieste, in cui, dopo la dissoluzione dei Paesi dellEst si incrociano finanza e malavita. Con gli ingorghi mafiosi che a loro volta finanza e malavita inglobano, appoggiandosi a frange della politica e usufruendo dellopera di studi prefessionali. Difficile, senza incorrere in querele, affrontare questi temi per uno scrittore dei nostri. Temi che sono conseguenti alla caduta dei muri, allapertura dei confini, al nuovo orizzonte dei mercati mondiali. Con Trieste e lIstria e Gorizia in un luogo privilegiato di cerniera. La cronaca non ha ancora saputo descrivere questo mutamento radicale. Veit Heinichen, tedesco trapiantato sulla costiera triestina, non ha timore di dirlo in una forma fintamente narrativa che si nutre della storia di ogni giorno. «Mio dovere è raccontare le cose che succedono in questo mondo», dice.