Il business internazionale dello smaltimento
dei rifiuti pericolosi è al
centro del nuovo romanzo di Veit
Heinichen, «Danza macabra», che esce
martedì per le edizioni e/o (pagg. 297, titolo
originale «Totentanz», traduzione
dal tedesco di Maria Paola Romeo ed
Elena Tonazzo) e che sarà presentato il
9 luglio, alle 19, al Bagno Ausonia e l11
luglio, alle 20, al Malabar di Trieste e il
12 luglio, alle 18, a Gorizia nellambito
di «Autori e libri in giardino».
«Danza macabra», è un poliziesco
con tutti i crismi della suspence, ma anche
un caleidoscopio triestino in giallo,
poiché, come gli altri romanzi dello
scrittore tedesco è ambientato a Trieste,
dove Heinichen vive da anni in una
villa sulla Costiera. Protagonista è sempre
il commissario Proteo Laurenti, 52
anni, vicequestore della polizia di Trieste,
tre figli (un maschio e due femmine)
e una moglie che non disdegna di
tradire.
Un personaggio che conosce la città
come le sue tasche e la fa conoscere al
lettore, con affetto ma anche con tanta
ironia. E dopo «I morti del carso»,
«Morte in lista dattesa», «A ciascuno
la sua morte», «Le lunghe ombre della
morte» anche questultima avventura
del commissario Laurenti è destinata a
diventare un bestseller europeo. I libri
di Heinichen, infatti, amatissimi in Germania
e Austria, sono tradotti in italiano,
olandese, sloveno, norvegese, francese,
greco e spagnolo, e il primo canale
della Televisione tedesca ne ha già
tratto una prima serie di fiction, che ha
avuto unottima audience.
Questa nuova avventura coinvolge un
po tutta Trieste: dallArea Science
Park di Padriciano, teatro di una losca
vicenda di spionaggio industriale sulla
produzione di energie alternative, al
centro città nei posti frequentati da
Heinichen-Laurenti (che predilige ristoranti,
bar, gallerie darte...), ma anche
i dintorni e oltreconfine, in un itinerario
che il lettore, in primis triestino,
può ripercorrere a memoria. Le
«scene madri» sono ambientate lungo i
binari del «tram di Opcina» e nel bel
mezzo della vendemmia tra i vigneti
sui pendii carsici di Santa Croce. Un
appuntamento immancabile per il commissario
Laurenti, che in questa avventura
corre lui stesso grossi rischi mentre
indaga su una serie di «casi» e personaggi,
con un denominatore comune:
«a Trieste si fanno gli affari più grossi
fra Europa occidentale e orientale» e i
criminali hanno un ruolo di primo piano.
Heinichen non lesina sui colpi di
scena, ma sempre facendosi apprezzare
per labilità, oseremmo dire gastronomica,
della sua scrittura e per lironia
con cui descrive la città, i suoi abitanti
(fin dal «sindaco-sceriffo») e persino
lo svolgersi delle indagini, in cui
può capitare che unarma del delitto
possa essere alquanto originale: per
esempio uno stoccafisso essicato.