«Il dramma del soldato davanti a ordini terribili»
Autore: Mario Bernardi Guardi
Testata: Libero
Data: 25 aprile 2014
Il 19 aprile è partita da Civitavecchia, con l'imprimatur della rivista Leggere: tutti, una nave Grimaldi carica di libri, scrittori e Jettori. Una gran bella gita nel Mediterraneo, con destinazione Barcellona, per la «Festa di San Giorgio, i libri e le rose», che è svolta il 23 aprile nella capitale catalana. Un evento patrocinato dall'Unesco e un po' romanticheggiante visto che a passeggio per le ramblas è tradizione che ogni uomo offra alla sua amata una rosa e che lei contraccambi con un libro. Durante il viaggio (rientro ieri a Civitavecchia), ci sono stati numerosi appuntamenti: presentazioni, reading e dibattiti. Tra gli scrittori presenti, Andrea Vitali, Melania Mazzucco, Valeria Varesi, Ennio Cavalli e un candidato allo Strega, Roberto Riccardi, che però non è stato inserito tra i dodici finalisti. A quest'ultimo, ufficiale dell'Arma e scrittore, che preferisce non polemizzare con i giurati, abbiamo rivolto alcune domande. Colonnello dei carabinieri e romanziere: un caso unico? «Non proprio. Esiste un ottimo autore, putroppo dimenticato, Ezio D'Errico, che è stato nell'Arma fino al grado di maggiore e che tra ill936 e ill947 ha pubblicato 20 Gialli Mondadori. In seguito è stato anche un autore teatrale di fama internazionale, accostato a Beckett e Ione sco». Com'è nata la sua passione per la scrittura 1 «È sorta prima quella per la lettura. Da bambino divoravo i romanzi di avventure, crescendo mi sono accostato ai classici e in particolare al romanzo italiano del Novecento, che tuttora prediligo. Scrivere è stata un'evoluzione naturale. Devo ringraziare mia madre, insegnante di lettere in pensione, che mi ha trasmesso l'amore per quell'oggetto meraviglioso e magico che è il libro». Negli ultimi tempi, ha ottenuto vari riconoscimenti di critica, dal premio Biblioteche di Roma alla candidatura allo Strega. Ma già cinque anni fa, col libro d'esordio Sono stato un numero, era partito bene ... «Vinsi nella sezione divulgativa l'Acqui Storia, un premio per i libri di argomento storico, che onora i caduti della Divisione "Acqui". I riconoscimenti sono importanti, danno la spinta per continuare, ed è bello quando a pronunciarsi sono giurie di letterati e altre di comuni lettori, come nel caso del Premio Biblioteche. Scrivere è come lanciare un sasso in uno stagno: sappiamo come è andata solo se qualcuno quel sasso lo raccoglie». L'ultimo suo romanzo Venga pure la fine, al pari dei suoi libri sulla Shoah, affronta una tragedia recente ... «È un noir sullo sfondo della guerra in Bosnia, Paese in cui ho preso parte alla missione di stabilizzazione. Vedere a un braccio di mare dall'Italia, negli anni N ovanta, ancora il genocidio, la guerra e i campi di concentramento, è una cosa che ti porti dentro. Nel romanzo ho cercato di trasferire le mie emozioni e di raccontare quello che ho visto: è qualcosa che tutti dovremmo conoscere». Ci dà qualche spunto sulla trama? «Posso dire tutto: tranne il finale, ovviamente! Il protagonista, il tenente dei carabinieri Rocco Liguori, viene chiamato all' Aja dal procuratore del Tribunale penale internazionale per i delitti commessi nella ex Jugoslavia. Un criminale di guerra che ha arrestato anni prima è in coma per aver ingerito dei farmaci. Il magistrato non crede alla tesi del tentato suicidio e chiama a indagare proprio Liguori, che con il detenuto, dopo la cattura, ha instaurato un intenso rapporto epistolare: un confronto serrato sugli orrori della Storia e sul presunto dovere di obbedire, in circostanze eccezionali come la guerra, anche a ordini terribili ». Su quali basi dialogano questi personaggi? «l due hanno qualcosa in comune, la stessa estrazione, anche il condannato è un ufficiale, dell'esercito serbo-bosniaco, e durante la guerra ha commesso atti di genocidio. Si sfideranno sul terreno dei romanzi di Elsa Morante e Ivo Andric, che entrambi hanno letto, giungendo però a conclusioni opposte ». In giro per Barcellona, città fascinosa e tentatrice: c'era mai stato prima? Potrebbe essere lo scenario di un suo nuovo romanzo? «Conosco bene Barcellona, una città che ha prodotto o ispirato autori del calibro di Ildefonso Falcones, Carlos Zaf6n, Alicia Giménez- Bartlett, Manuel Vasquez Montalbàn. Con il penultimo romanzo Undercover, che parla di narco traffico, ho toccato il sud della Spagna, quella Costa del Sol che è da tempo un crocevia per il commercio della droga e il rifugio di molti latitanti delle varie mafie. Magari in futuro potrei spingermi più a nord, verso la Catalogna, perché no?».