Dopo averli piacevolmente conosciuti due anni fa in Una brutta storia , sono tornati l’ispettore Biagio Mazzeo e la sua banda di poliziotti corrotti della Narcotici ne La notte delle pantere , nuovo romanzo di Piergiorgio Pulixi, ancora una volta per E/O.
L’allievo di Massimo Carlotto ha intrecciato un’altra ipnotizzante sporca storia di criminalità e giochi di potere, ricca di cinismo, crudeltà e sangue. I criminali col distintivo della squadra di Mazzeo hanno a che fare stavolta con nemici grossi e interessi pericolosi. Ci sono la nuova e altrettanto pericolosa ‘ndrangheta di seconda generazione del nord, la mafia albanese e quella serba, potenti e misteriose figure dei Servizi e poliziotti onesti che vogliono farla pagare a Mazzeo e ai suoi.
Tutto gira intorno a un grande carico di cocaina che la squadra di sbirri si porta dietro dal romanzo precedente, ma che non appartiene a loro. I calabresi la reclamano senza risparmiarsi in violenze, ancora più nervosi per la situazione di guerra interna in cui si trovano. Mazzeo, che all’inizio del racconto troviamo in stato di arresto accusato di omicidio e corruzione, viene salvato dal carcere da una conturbante dirigente dello SCO (Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato) che in cambio esige le sue abilità criminali per fermare una sanguinosa guerra di mafia.
Lo sbirro Mazzeo si muove in questo romanzo quasi da solo. Un po’ per ambizione personale e un po’ per proteggere i suoi uomini. Sparge sangue e inventa giochi pericolosi, stretto in morse letali da tutti i lati.
La notte delle pantere si legge velocemente, non tanto per le 282 pagine, ma piuttosto per il ritmo serrato e avvincente con cui è costruito. Anche in questo romanzo, come in Una brutta storia, i numerosi personaggi sono disegnati accuratamente, e ognuno ha un ruolo quasi fondamentale, mai fuori luogo. Ma il vero catalizzatore è sempre Biagio Mazzeo, una figura a cavallo tra bene e male, che affascina proprio per la sua ambiguità.