Un po' di Williams
Autore: Mario Fortunato
Testata: L'Espresso
Data: 29 aprile 2014
Le edizioni e/o ripropongono un vecchio volume einaudiano del 1966: allora si chiamava "Tutti i racconti", impropriamente perché si trattava di una scelta, e adesso invece "L'innocenza delle caramelle". Medesime le tradizioni di Giuliana Beltrami Gadola e Nora Finzi (pg. 331, €16,50). Autore, un grande del Novecento americano, Tennessee Williams, noto tuttavia quasi esclusivamente per il suo teatro, ancora oggi moto rappresentato ("Lo Zoo di vetro", "Un tram che si chiama desiderio", "La rosa tatuata"). Perciò questa riproposta può valere per qualche lettore come una scoperta. E non solo perché in questi racconti (per esempio in "Ritratto di ragazza in vetro") si nasconde talvolta il germe di quello che sarà un testo teatrale, secondo quel rapporto di germinazione che, come ho scritto su queste colonne, fa delle "short stories" l'officina dove si elaborano le idee migliori per uno citare, ma anche perché ognuno di questi pezzi si iscrive di diritto nell'albo della letteratura con la elle maiuscola. Del resto, c'è un sistema infallibile per capirlo. Aprite il libro di Williams (1911-1983) e vi imbatterete in storie che narrano di uomini solitari alle prese con un gatto randagio, o di un ex pugile che, perduto il braccio, si prostituisce per sopravvivere, o ancora di ragazze convintissime di essere grasse e brutte. Anche se nessuna di queste condizioni vi appartiene, anche se - e ve lo auguro - la vostra vita veleggia felicemente altrove, nel giro di poche frasi, finite per essere voi i protagonisti di quella storia. Perché la grande letteratura ha questo di straordinario, di alchilico e forse anche incomprensibile: la sua capacità di attrarre in una specie di buco nero che, apparentemente parlando d'altro, compone il ritratto più conturbante e involontario di chi la sta leggendo.