Ancora più sporco, crudele, viscido. Biagio Mazzeo è tornato per, se possibile, mostrare quanto male sia in grado di fare. Per ricordare quanta abiezione e quanto cinismo sappia rovesciare a piene mani sulle proprie azioni, con l’unico intento di salvare sé e la sua sporca dozzina (abbondante), i poliziotti corrotti della sua famiglia allargata. Sì, perché il personaggio creato da Piergiorgio Pulixi è un criminale col distintivo. Uno sbirro che taglieggia, minaccia, uccide, depreda, coperto dal suo ruolo nella Narco, mentre osserva compiaciuto una città che lui e i suoi chiamano giungla, per poi morderla come bestie feroci.
Ma stavolta, in questo «La notte delle pantere», Biagio pare davvero arrivato a fine corsa. Incastrato da un collega zelante e «pulito», si trova di fronte all’eventualità di una vita in galera, ad essere ottimisti. Ma, incredibilmente, è lo Stato, o qualcosa di simile, che ha bisogno di lui. Del suo essere marcio, della sua mancanza di scrupoli.
L’ambiziosa Irene Piscitelli - del Servizio centrale operativo - si mette in contatto con lui, promettendogli impunità in cambio di una mano per mettere fine ad una guerra di ’Ndrangheta e stringere il bavaglio alla famiglia Pugliese.
Fosse facile… Mazzeo e i suoi sono braccati. Calabresi, serbi, poliziotti che devono far pagare lutti troppo gravi per essere dimenticati. E Biagio sente di essere sempre più lontano dai suoi uomini. E allora pensa, disegna trame complesse e folli, fa il gioco di tutti e di nessuno. E, soprattutto, infrange ogni legge, qualsiasi codice. Spargendo sangue e - caso piuttosto raro nel noir - facendola franca. Riuscendo a restare in piedi dopo aver costretto anche i suoi peggiori nemici a «giocare» per lui.
Dopo un esordio interessante, ma con qualche magagna di troppo (vedi un editing affrettato e zeppo di errori) Pulixi piazza un colpaccio con un romanzo che non lascia requie, ricco di implicazioni e invenzioni gustose. Personaggi tagliati col coltello ma perfettamente italiani, così da non giocare (inutilmente) la carta dell’esterofilia che tanto male ha fatto a certi scrittori. A ogni pagina ci si chiede quando Mazzeo verrà aggredito, smascherato, giustiziato, imprigionato. Invece resiste e trionfa, col suo ghigno luciferino dato in pasto ai nemici. Inconsapevole di come Pulixi gli abbia preparato - come appare evidente - altre minacce, vendicatori nuovi di zecca che lo aspetteranno al varco nel prossimo libro.