Massimo Maugeri, Trinacria Park
Autore: Franco Pezzini
Testata: L'indice dei libri del mese
Data: 4 aprile 2014
Conduttore di uno dei blog letterari più seguiti in Italia, “Letteratitudine” (“Un open-blog. Un luogo d’incontro virtuale tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali”), e animatore culturale ad ampio raggio, Massimo Maugeri conosce bene il panorama nostrano e le logiche dei media. Nessuno stupore, dunque, che riesca a condensare in un romanzo relativamente breve un tal numero di provocazioni su giochi e nefandezze, maschere e teatrini del carrozzone affari e cultura: e il risultato è una storia strana, intrigante e incalzante, che non risparmia nessuno. Diciamolo subito, Trinacria Park è un romanzo di genere, o almeno tale è la forma, con personaggi a forti tinte, melodrammi, segreti inconoscibili, nemici misteriosi, dispensati dall’autore con felice leggerezza e apparente candore. Su una minuscola isola accanto alla Sicilia vengono rinvenuti (o almeno così pare) frammenti di una perduta opera greca sulle Gorgoni: complice quell’occasione di notorietà, capitali americani irrompono a fondarvi un incredibile (o increscioso) parco tematico sulle memorie dell’isola maggiore, con tanto di Etna farlocco e pantomima sui fatti di Portella della Ginestra (una sorta di Disneyland della sicilianità alla cui inaugurazione affluiscono in folla legioni di divi e politici. Peccato che nelle ore successive esploda un’epidemia che inizia a falcidiare gli invitati, facendo sospettare la lunga mano del terrorismo fondamentalista). Come sottolinea Valerio Evangelisti nella prefazione, a dominare nel romanzo è il tema della finzione: la menzogna dilaga, niente è come sembra, tutto è maschera, come in fondo era maschera l’antico gorgoneion. “L’intera Sicilia è una dimensione fantastica. Come si fa a viverci senza immaginazione?” domanda Sciascia nell’epigrafe al romanzo. Ma a ben vedere è maschera anche la chiave mitica, di storia esemplare, del racconto di genere: e se, deposto l’artificio, il siciliano Maugeri evoca l’urgenza di strappare la sua terra dal limo sguaiato e profittatorio dei luoghi comuni, l’apologo finisce con l’investire il più ampio circo della cultura in Italia.