Ho seguito Massimo Carlotto per due giorni. Sapevo poco di lui e del noir, un motivo in più per scoprirlo, mi sono detta. Il 13 marzo è stato protagonista dell'Aperitivo con Autore organizzato da Edizioni e/o a Roma, ma non solo per parlare del suo nuovo libro, Il mondo non mi deve nulla, ma anche di innovazione letteraria e trasformazioni del gusto. Infatti quando Sandro Ferri gli porge il microfono, l'autore comincia un excursus sul genere poliziesco che riscopro familiare, per il fatto che mio padre mi parlava spesso di autori come Scerbanenco, Olivieri e Simenon; Carlotto parla della letteratura, degli autori, della critica letteraria sul noir, e la conversazione con l'editore diventa un'interessante riflessione sulla storia del noir italiano, sulla riedizione di autori come Sanantonio e di quanto un editore possa imparare da certe vecchie edizioni, quelle curate nei minimi particolari.
L'autore racconta poi di lettori molto preparati sul genere poliziesco, in particolar modo su quello che vogliono leggere; è una caratteristica del lettore italiano, suggerisce, fa richieste esplicite di romanzi che parlino di questo o di quel caso e a lui non dispiace affatto il confronto con lettori del genere: per Carlotto l'autore non è quello che sta sulla sua torre d'avorio a decidere cosa gli altri debbano leggere, ma quello che per strada ascolta i suggerimenti dei suoi lettori. Ha idee ben precise sugli attori che animano il panorama dell'editoria: le case editrici possono interpretare bene i desideri espressi dai lettori, certe loro idee; riconosce alla figura del libraio il merito di aver saputo consigliare il lettore per anni, dandogli modo di scoprire talenti nuovi che sarebbero fioriti col passaparola, e di figure così ne vediamo sempre meno. Orfani dei librai, molti lettori hanno trovato casa su internet, dice Carlotto, che allude soprattutto ai gruppi di lettura e ai blog letterari rimasti indipendenti, che possono ancora consigliare un lettore.
Il noir è un genere letterario molto adatto per raccontare i momenti di crisi, secondo l'autore che così introduce il suo ultimo libro: la storia di un uomo che diventa un ladro dopo aver perso il lavoro e mentre compie un furto in un appartamento incontra una croupier tedesca, s'intitola Il mondo non mi deve nulla.
Vado via con il libro in tasca e inizio a leggerlo in metro, comincia con una finestra aperta molto invitante per un ladro, che riesce a entrare nell'appartamento e trova la padrona di casa comodamente seduta sul divano, al buio. Bella, tedesca e croupier, lui rozzo e ignorante.
E' l'incontro di due vittime della crisi, distanti, per esperienze e per carattere; danno vita ad un dialogo in cui le differenze stridono forte, poi le due voci si fanno più affiatate, o forse è solo un desiderio, perché non potrebbero mai incontrarsi realmente. Il ritmo è denso, i contenuti malinconici, ma si finisce spesso per ridere. Adelmo e Lise prendono a desiderare l'uno la presenza dell'altra, per ragioni improbabili. Come si fa a parlare di un noir senza svelare il finale in alcun modo?
Liberò la bicicletta dal lucchetto e la inforcò sistemando il malloppo sul manubrio.
Rimini è una delizia da percorrere in bici. C'è un momento della notte davvero magico, quando i venti si incrociano e l'aria sa di mare e di campagna.
Il ladro se ne riempì i polmoni, certo che fosse un toccasana anche per le pene dell'anima.
Carlotto è stato uno dei protagonisti della Serata Giallo-Nero a Libri Come, La festa del libro e della lettura all'Auditorium Parco della Musica di Roma, il 14 marzo scorso. Maurizio De Giovanni ha introdotto il reading di un testo di Simenon, raccontando del primo incontro dello scrittore con Maigret. Un personaggio seriale e il suo autore hanno un rapporto strano, questo personaggio può diventare l'evoluzione dell'autore, oppure continuerà a essere altro dall'autore. Simenon incontra Maigret in un piccolo villaggio a sedici anni, e poi un'altra volta e poi un'altra, finché da piccola comparsa dei suoi scritti ne diventa protagonista seriale. De Giovanni racconta di come Simenon abbia portato il noir dai salotti alla strada: una svolta per il romanzo nero, e io ripenso alle parole di Carlotto: forse il noir è perfetto per indagare la crisi perché Simenon l'ha portato per strada.
Anna Bonaiuto legge poi dei passi da Il mondo non mi deve nulla con un accento romagnolo, l'intonazione definisce perfettamente i due personaggi del dialogo, immaginare un testo di Carlotto a teatro è facilissimo. Si ride in sala, la Bonaiuto è brava, intravedo la tedesca sofisticata e il ladro goffo, nella sua interpretazione. Carlotto compare subito dopo, legge un testo che racconta il modo in cui gli sia venuta in mente la storia del ladro Adelmo, il suo carattere. Sembra emozionato.