Enzo Laganà , “terrone di seconda generazione” , si occupa di cronaca nera per l’edizione locale di un giornale nazionale. Indaga su una serie di omicidi, una sorta di faida tra albanesi e rumeni, Buscetta e Riina in versione est europea e si occupa di risolvere la contesa del maialino ritrovato all’interno della moschea di San Salvario.
Con il sorriso a fior di labbra e la modalità della commedia al’italiana, Amara Lakhous partendo della vicende di un quartiere “multi popoli” come quello di Torino, mostra le evidenze e le ombre della società italiana che con caratteri cubitali trasforma omicidi in guerre di mafia, nascondendo spregiudicatezze economiche, che affida la parte debole della società (bambini ed anziani) agli “stranieri” ma è affiancata da slogan razzisti del “tornate a casa vostra”.
Può un maiale essere conteso da islamofobi, amanti degli animali, leghisti estremi, musulmani osservanti?
Lakhous ci mostra l’Italia nella sua interezza, “cercando di curare un immaginario. Di tranquillizzarlo”.
“Perché quello che spaventa il malato in realtà non sono i sintomi della malattia bensì l’immaginario turbato che c’è intorno alla malattia. Uso questa metafora per dire che penso che in Italia ci sia un immaginario turbato per quanto riguarda l’incontro con l’Altro”.
E con questa commedia che è anche un giallo, io credo ci sia riuscito.
e/o, 158 pagine, 16,50 euro